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di Giancarlo Mele
Svegliarsi bruscamente dopo aver cullato la convinzione di essere prossimi all’obiettivo europeo può far molto male se non se ne traggono indicazioni utili per evitare di ricadere. Ancora nelle ultime ore, i commenti erano improntati all’incapacità dei rossoneri di vincere con le “piccole” squadre, dimenticando che Il Milan attuale “grande” non è.
Per esserlo gli mancano mentalità ed assetto societario, oltre che un organico all’altezza. Il Milan ha grandi aspettative ed un passato importante ma entrambi possono diventare un fardello ingombrante se non sostenute da umiltà, concentrazione e spirito di sacrificio, di fatto “missing” contro l’Empoli. Montella non manca solo di un “bomber” prolifico, ma anche di centrocampisti in grado di innescarlo. La presenza di alcune individualità, insperate ad inizio stagione, e l’organizzazione data dal tecnico hanno sinora consentito alla squadra di continuare a lottare per entrare in Europa dalla porta di servizio ma non devono farle dimenticare che non dispone dei giocatori che hanno Inter e Fiorentina, sue dirette concorrenti nella volata finale.
Non da oggi, il confronto più attendibile è semmai con l’Atalanta di Gasperini, formazione giovane che, proprio per questo, gioca sempre con il coltello tra i denti, senza ingiustificati complessi di superiorità. Se si considerano le ultime partite, il Diavolo ha sofferto (recuperando a fatica) sia a Pescara che nel derby e maramaldeggiato solo con il derelitto Palermo. L’insuccesso con l’Empoli era quindi tutt’altro che imprevedibile e spiace che i giocatori siano scesi in campo senza mostrare gli attributi. Ci può stare che chi ha tirato finora la carretta (Suso e Deulofeu) sbagli una partita, anche che centrocampisti magari sopravvalutati (Sosa e Mati Fernandez) mostrino alla lunga i loro limiti; è però inaccettabile che chi indossa ancora questa maglia ed è stato lanciato da questa squadra pensi già alla prossima stagione (vero, De Sciglio?) o si esalti per il gol nel derby giocando con colpevole sufficienza (vero, Zapata?).
Il calendario dei rossoneri è ora maledettamente in salita, con due trasferte impegnative inframezzate dal turno casalingo con la Roma, in lotta per il secondo posto. Spirito (e probabilmente uomini in campo) devono per forza cambiare: spazio a chi ha mostrato di crederci! In difesa Antonelli e Calabria, oppure Vangioni e Gomez, gente che sembra uscita dai radar di Montella. Il centrocampo latita da tempo: restituiamogli la giovinezza di Locatelli e l’esperienza di Montolivo, con Kucka (e magari Poli) che tornino a “far legna” come in passato. In attacco Lapadula è l’emblema del momento rossonero. Dove la concorrenza schiera Icardi (24 gol in campionato), Immobile (20) Kalinic e il Papu Gomez (14 a testa), il Diavolo punta sulla grinta di Gianluca (6 reti sino ad ora, ma con pochi minuti giocati rispetto agli altri) e sui miracoli di Suso, con un Bacca che si è perso per strada. Nonostante questo vogliamo esser fiduciosi: Lazio, Sassuolo e Napoli sono ostacoli non da poco sulla strada di Fiorentina ed Inter, come Crotone, Roma ed Atalanta lo sono su quella del Milan. I rossoneri sono però avanti due punti sulla diretta inseguitrice ed in vantaggio nello scontro diretto con i viola.
Il Milan ce la può fare; basta tornare a lottare come una “provinciale”, non con il sussiego di una “grande”.
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