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Di ritorno dalla tournèe cinese, Vincenzo Montella ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport, spaziando su diversi argomenti: dal mercato al viaggio in Cina, passando per scelte tecniche e la stagione che lo attende. Tra i primi argomenti, quest'estate, definita da Fassone come 'la più divertente e stimolante di sempre': "La mia è stata, ed è ancora, un’estate da sognatore. Ma il bello è che i miei sogni sono stati esauditi, e non è finita qui. Magari può fare scalpore il numero di giocatori acquistati e le cifre spese, resta il fatto che il club sta facendo qualcosa di straordinario. Questa è una squadra che rimarrà nel tempo, e non si svaluterà nel tempo. Anche se il mister sarà un incapace...".
Sul rinnovo: "Mai avuto dubbi, mai avuto nulla di diverso in mente che non fosse il Milan, anche perché dal club sentivo quotidianamente una stima sincera e netta".
Sulla vittoria contro il Bayern: "Troppa euforia? No, da questo punto di vista la gestione sarà facile perché ho un gruppo intelligente e una società realista. E poi è calcio estivo. Semplicemente, così come ho provato fastidio per la sconfitta col Borussia, mi fa piacere questo successo perché ho visto passi in avanti per atteggiamento, mentalità, tattica. E tutto in una volta sola. Mi sono piaciuti la copertura degli spazi e l’aggressività fin dall’inizio. La cosa più bella è stata la ricerca della compattezza. Va però detto che il Bayern era in evidente difficoltà».
Sulla rosa: "La qualità si è alzata moltissimo. Prendete per esempio Niang, ha fatto una partita strepitosa. Ha un profilo molto importante, può diventare un giocatore di altissimo livello, ma deve migliorare nella gestione di se stesso quando le cose vanno bene. Cessione? Non c’è motivo per non credere in lui, dipende più che altro da M’Baye".
Ancora sulla vittoria contro il Bayern: "Mi è piaciuto lo spirito. La squadra non è stata passiva e poi tutti i nuovi hanno avuto un buon impatto. Biglia, per esempio. E André Silva ha potenzialità infinite, può diventare un giocatore di spessore internazionale, è solo questione di tempo. È stato bello vedere che i nuovi arrivati non erano pesci fuor d’acqua".
Sull'approccio all'Europa League: "Ci tengo molto e devo dire che temo più le prime partite che la fase a gironi. La onoreremo fino alla fine, e dai quarti in poi si avvicina molto alla Champions".
Se è il Milan è da Scudetto: "Ringrazio Ancelotti, ma non nell'imminente. Ora è un miraggio, anche se non bisogna mai porre limiti alle ambizioni".
Sui suoi pensieri quando ha scoperto il budget per il mercato: "Ho iniziato a sognare, e lungo le settimane non capivo come acquisti e soldi si potessero moltiplicare così. E' stato fatto più di quanto pensassi".
Su Mr. Li: "La proprietà cinese è molto rispettosa dei ruoli, cosa inusuale nel calcio. E il nostro dovere è essere altamente competitivi. L'approccio del presidente è ottimo, è sempre lì a ringraziarci. L'altra sera mi ha chiesto di portare avanti lo spirito Milan, mi ha meravigliato. E anche la squadra percepisce questo".
Sul mercato: "Il focus principale è sul centravanti e poi magari su una punta esterna e una mezzala. Ma la fretta di prima non c'è più".
Sul suo centravanti ideale: "Deve combinare diverse cose: senso del gol, gol sporchi e saper giocare per la squadra".
Sull'arrivo di Bonucci: "Con il club c'è grande condivisione su tutti i giocatori, con Fassone e Mirabelli al 51% e io al 49%. Ecco, con Bonucci è l'unico caso in cui è stato il contrario. Ero convinto fosse raggiungibile, mi fidavo di chi me lo diceva, mentre i miei dirigenti avevano una percezione diversa. Mandavo a Mirabelli almeno dieci messaggi al giorno, con sole tre parole. Buongiorno o buonasera, direttore: Bonucci. Con il direttore abbiamo un rapporto schietto e continuo, condividiamo anche gli stessi vizi (ride, ndr). Bonucci è un professionista altamente competitivo, con la mentalità e il suo modo di pensare è riuscito ad ottimizzare al massimo il suo motore. Sarà un esempio per i giovani. Non so se senza di lui la Juve si sia indebolita, ma di certo noi ci siamo rinforzati. Non credo possa essere una figura ingombrante nello spogliatoio: solo chi lo vede ingombrante a proprio lo può percepire come una minaccia".
Sulla difesa a tre: "Mi intriga, mi piace come idea, ma devo dire che con questi giocatori possiamo davvero usare tanti sistemi. Ho l'imbarazzo della scelta".
Sulla vicenda Donnarumma: "Io non c'entro nulla. E' stato Mirabelli a toccare le corde giuste. Io ho parlato con la famiglia, perchè loro sentivano l'esigenza di parlare con me. Ma non gli ho parlato da allenatore, ho solo raccontato la mia esperienza. La scelta di Gigio? Più che per il club, l'ha fatta per se stesso. Lui è fantastico anche perchè è capace di unire tutte le fasce di età. Quando ha rinnovato, mia nipote Martina, che ha 7 anni, si è messa a piangere e sono certo che lo ha fatto anche qualche nonna di 70. E' entrato nel cuore di tutti, anche dei non milanisti, e sono certo che continuerà a essere amato dai tifosi".
Su Raiola: "Vicende dei mesi scorsi? Un botta e risposta nato e finito lì. Io non ho problemi con lui e lui credo non ne abbia con me".
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