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Montella rivela: “Giochiamo con il trequartista”. È davvero così?

Redazione

Diversità di opinioni sul tema trequartista tra il presidente Berlusconi e Montella. Per il tecnico campano il fantasista c'è sempre stato.

Le differenze di vedute in campo tecnico-tattico sono ormai un cliché nel rapporto tra il presidente Silvio Berlusconi e gli allenatori che si sono succeduti sulla panchina dei rossoneri in questi trent'anni, una frattura tra chi difende strenuamente un'ideologia e chi ha il compito di metterla in pratica ogni domenica. La questione, come era ampiamente prevedibile, si è riproposta anche con Vincenzo Montella, questa volta il problema è quello del trequartista: da una parte l'ex Cavaliere vorrebbe rivedere il suo amato 4-3-1-2 con le due punte, tanto care alla sua idea di calcio, supportate da un numero 10 di ruolo, dall'altra l'allenatore campano che, in questi mesi, non si è mai discostato da un 4-3-3 molto mobile in avanti. Ma, in concreto, sono così distanti le due idee tra loro?

Montella su questo punto non ha dubbi e, a domanda specifica, in conferenza stampa, ha risposto: “Guardate che noi ci giochiamo. Suso lo è, come lo era Bonaventura. Hanno caratteristiche diverse, ma per me sono fantasisti”, categorico il tecnico campano che, effettivamente, non analizza in modo errato ciò che, in concreto, si sviluppa sul campo.

Con Giacomo Bonaventura in mezzo al campo si poteva contare sostanzialmente su una mezzala di qualità ma anche su un fantasista vista la sua capacità di sdoppiarsi e di andare sulla trequarti per dialogare con tutto il fronte offensivo, con Suso ancor di più accentuato diventa il ruolo di rifinitore dietro le punte, con lo spagnolo abile a rientrare in mezzo al campo per raccogliere la palla direttamente dai centrocampisti per poi andare a creare imprevedibilità a favore degli inserimenti dei compagni.

Ed è sicuramente il giovane talento spagnolo colui il quale ha incarnato maggiormente il ruolo di trequartista, soprattutto quando si è trovato a dover fare da fluidificante tra i reparti col compito di innescare le sortite offensive anche grazie ai movimenti dell'esterno opposto, che fosse M'Baye Niang, Bonaventura o Gerard Deulofeu, a fungere più da seconda punta attraverso i tagli verso il centro del fronte d'attacco.

Senza contare che Montella ha proposto, in tutte le sue esperienze sulle panchine italiane, un gioco fluido attraverso gli interscambi tra i giocatori d'attacco, ed è per questo, per forza di cose, che un trequartista, ancorché “mascherato”, è stato sempre presente tra i suoi. Ovviamente il gioco è cambiato nel corso degli anni ma certe idee, per il Presidente rossonero, sono sempre rimaste capisaldi fondamentali nell'espressione estetica da sempre ricercata e voluta, ma le diversità, solo apparenti, vengono fondamentalmente appianate sul campo.

Valerio Paini

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