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Chissà se ieri, salendo sul treno per Milano, Radja Nainggolan ha pensato a 70 giorni fa, quando con una doppietta stendeva l'Inter e faceva volare la Roma. Come sono cambiate le cose: era un'altra Roma, con un'altra classifica e prospettive decisamente diverse. Soprattutto era un altro San Siro, un San Siro nerazzurro. Era anche un altro Nainggolan probabilmente. La situazione giallorossa, al momento, non è delle migliori. Ieri si è addormentata dietro il Napoli e così, da possibile medagli d'oro, adesso deve sudare per quella d'argento.
Contro l'Inter Nainggolan ha incantato tutti, convinti che ormai fosse il centrocampista più forte d'Europa. Chissà che il belga non finisca proprio ai nerazzurri, visto che da quel momento c'è stato un calo evidente e la permanenza a Roma non è del tutto scontata: la società non è intenzionata a ritoccare lo stipendio, scrive La Gazzetta dello Sport.
Oggi ad attendere Nainggolan ci sarà un altro San Siro, uno stadio tutto rossonero. Un San Siro in cui Nainggolan non ha mai segnato. Al Milan ha rischiato di finirci seriamente. Era il gennaio 2014, Adriano Galliani l'aveva preso, mancava il sì di Silvio Berlusconi. Ha fatto prima Walter Sabatini, che l'ha portato a Roma. Quello un altro duello tra Milan e Roma sul mercato. Oggi si gioca in campo e vale l'Europa per entrambe. I giallorossi cercano il secondo posto, che potrebbe convincere il belga a restare a Roma, mentre il Milan vuole ipotecare la pratica Europa League.
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