Il Milan è sempre più distante da M'Baye Niang, e viceversa. Il francese, attualmente in prestito al Watford, è stato intervistato da The Guardian e ha parlato a 360 gradi di passato, presente e futuro. Il tabloid inglese ripercorre tutta la storia di Niang, fin dai suoi esordi con i Caen, l'etichetta da ragazzo prodigio, la Nazionale francese, le marachelle, il Milan e infine, la Premier League.
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Niang: “Ho tutto, forza e qualità. Al Watford per restare”
Sugli errori commessi: “Io ho sempre detto che vale la pena vivere tutto, al 100%. Qualunque cosa accada, non sarà mai un fallimento. Si tratta di fare tesoro dalle esperienze fatte e imparare, in modo da poter migliorare e tornare al top. Ero in un grande club, con grandi giocatori. Ora sono venuto qui perché, ovviamente, ho bisogno di imparare di più. Voglio tener giù la testa e lavorare come un cane. Se lo faccio, tornerò ai miei livelli. Ho una grande opportunità qui. Se faccio ciò che devo, sono convinto che migliorerò e avrò successo".
Sul Milan: "Con il Milan non si è rotto nulla, però forse avevo bisogno di un cambiamento. La mia carriera ne aveva bisogno. Entrambi lo abbiamo riconosciuto. E così ora sono qui, e gioco nel miglior campionato del mondo. Mi sto godendo questa nuova sfida. E' stato un cambiamento, non un fallimento".
Sul Watford: "Sono in una buona squadra, in Premier League. Sono ancora giovane, e so quali sono i miei obiettivi: giocare bene, aiutare la squadra, vincere trofei, segnare tanti gol. Gli stessi obiettivi di sempre. Ora si tratta di lavorare, con continuità. E spero che questi sacrifici mi conducano di nuovo in una grande squadra"
Sulle aspettative sempre molto alte: “Molti dicono che su di me c'è sempre stata troppa pressione, ma non è questo il punto. Ho giocato alcune partite molto importanti e ho avuto la fortuna di segnare reti decisive. Se sei al Milan, è perché ti meriti di essere lì. Me l'ero meritato di essere lì, perchè avevo lavorato duro al Caen. E ho dimostrato di avere personalità per vestire quella maglia. Non puoi pensare di essere in un club e di non avere tutti i fari puntati addosso. Se temi queste cose, allora è meglio che cambi squadra. Ma io non ho lasciato per queste cose".
I 'problemi italiani': “Al Milan giocavo e non giocavo, così sono andato in prestito al Montpellier e al Genoa. Ma spesso sono cambiati in corsa gli allenatori e io ne ho risentito. Non voglio accampare scuse, ma per un giovane giocatore queste situazioni non sono semplici. Ecco, forse questo è quello che ha inciso di più. Per me qui è un nuovo inizio".
Sulla fama da bad boy: “Quando sei giovane, tutti fanno degli errori. Certo, andando indietro con la mente di due o tre anni, devo ammettere che ne ho fatti parecchi di sbagli. Errori stupidi, che mi fanno ancora male. Ora mi piacerebbe pensare che sono un po 'più maturo, un po' più saggio, e ne capisco un po' di più sulla vita e su come gira il mondo. Queste esperienze mi possono aiutare adesso. Posso imparare da questi errori “.
Sui progetti futuri: “Sono ambizioso e voglio giocare il Mondiale con la Francia. Non è un segreto.”
Sulla vita inglese: “E 'ancora presto per dire che mi sento‘a casa’ qui. Sono appena arrivato, ma mi piacerebbe rimanere in Inghilterra. Ha uno stile di gioco che adoro. Devi avere forza fisica, ritmo e qualità per fare bene qui. E io ce le ho".
Sulla lingua inglese: "Ci sto arrivando. Sto imparando la lingua, sto lavorando anche su questo. Qui posso migliorare in tutto, giocando regolarmente. So che prima ero al Milan, ma a volte bisogna fare un passo indietro per migliorare e diventare più forti.”
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