L'anno scorso, di questi tempi, Vincenzo Montella, in occasione della partecipazione del Milan all'International Champions Cup 2016 negli U.S.A., aveva scoperto un protagonista assoluto della sua squadra: M'Baye Niang. Dopo la buona stagione sotto la conduzione tecnica di Siniša Mihajlović, il giovane francese era stato confermato in rosa dall'Aeroplanino, dichiaratosi curioso di allenarlo, e lui non aveva tradito le attese: bene da prima punta (anche un bel gol in contropiede contro il Bayern Monaco), molto bene da attaccante esterno.
archivio2017
Niang-Milan, atto terzo: Montella gli dà fiducia
Pertanto, il Milan 2016-2017, quello dell'anno di transizione tra la proprietà Berlusconi a quella cinese, è ripartito anche e soprattutto dall'apporto dell'ex Caen, Montpellier e Genoa il quale, dopo un inizio di stagione fulminante, si è spento tra novembre e dicembre (complici anche i due rigori sbagliati di fila contro Crotone e Roma), fino ad eclissarsi totalmente nell'ultimo mercato di gennaio, quando è stato piazzato in Premier League, al Watford, dietro precisa richiesta del giocatore. Avvio scoppiettante, con gol di testa al Burnley, poi una serie di prestazioni anonime, il mancato riscatto da parte del club dei Pozzo ed il conseguente rientro a Milano per fine prestito.
Era logico pensare come questo nuovo Milan, forte dei dieci acquisti fin qui fatti e con tanti altri giocatori di grido nel mirino, potesse fare a meno del riottoso Niang, messo fin da subito sulla lista dei partenti in attesa di una proposta soddisfacente. Si sono fatti sotto l'Everton, l'Arsenal (sebbene più defilato), il Fenerbahçe, ma anche in Serie A hanno chiesto informazioni: Lazio, poi Torino e Fiorentina, uniche due società che, ad oggi, sono ancora sulle sue tracce. Nulla, però, si è fin qui concretizzato. Con il Milan che, però, al contrario di quanto si potesse pensare, non l'ha presa propriamente male.
Già, perché Montella cercava ancora, nonostante gli arrivi di Hakan Çalhanoğlu e Fabio Borini, un esterno d'attacco (piace Juan Cuadrado della Juventus, ma costa tanto; l'alternativa è Anwar El Ghazi del Lille, già seguito in passato dal club rossonero) che possa conferire al gioco del Milan molteplici varianti tattiche sul terreno di gioco. Niang, dal canto suo, sembra essere tornato a Milano con la testa giusta, più maturo, con tanta voglia di migliorare, di mettersi a disposizione del tecnico e di giocare bene a pallone, come è in grado di fare quando pienamente concentrato sull'obiettivo.
Montella questo lo ha notato e gli ha concesso nuova fiducia in queste prime uscite amichevoli stagionali ed anche nella gara d'andata del terzo turno preliminare di Europa League contro il CSU Craiova: sempre titolare, sempre impiegato quasi fino al 90', Niang ha risposto 'presente' sul campo facendosi apprezzare per corsa, sostanza, spirito di sacrificio ed un'abnegazione mai vista in fase di ripiegamento difensivo. A conti fatti, il suo ritorno, in queste condizioni psico-fisiche, è da considerare un nuovo, fortunato innesto per il Milan. Con conseguente risparmio di soldi sul mercato: un budget, magari, da investire sul centrocampista. Niang-Milan, dunque, una storia d'amore che sembra destinata a proseguire su altre basi. Molto più solide.
TI POSSONO INTERESSARE ANCHE:
SEGUICI SU: /// /// /// ///
© RIPRODUZIONE RISERVATA