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Questa mattina, sul quotidiano 'Repubblica', è stata pubblicata un'intervista a Giuliano Noci, docente di Strategia e Marketing al Politecnico di Milano. Dal 2011 Noci è protettore del polo territoriale cinese dell'Ateneo meneghino e, pertanto, gli è stato chiesto cosa cambierà, a livello economico, dopo il Congresso del Partito Comunista Cinese della prossima settimana. Qui uno stralcio delle dichiarazioni più importanti di Noci:
Sugli investimenti dei cinesi all'estero: “Alle autorità cinesi hanno fatto molto paura due cose. La prima: alcuni investimenti dissennati nel mondo del calcio. E' vero che per la capacita' di spesa cinese gli investimenti nel calcio sono "peanuts". Ma i cinesi sono molto sensibili al simbolismo e certe spese, sia all'estero sia per ingaggiare campioni nelle squadre locali sono apparse immorali. L'altro aspetto di preoccupazione riguarda la leva finanziaria usata in certe operazioni come l'ingresso in Deutsche Bank o in Wanda"
Sulle possibilità di spesa per Milan e Inter: “I due casi sono diversi. Suning è un grande gruppo, conosciuto ovunque in Cina e dietro all'acquisto dell'Inter c'è sicuramente un progetto industriale legato allo sviluppo del marchio in Europa. Non si e' ancora visto perché i tempi cinesi non sono quelli occidentali. Il caso del Milan è più interessante perché innovativo, ma più rischioso per definizione, visto che se non verrà ripagato il debito a Elliott il fondo ne diventerà il nuovo proprietario. Yonghong Li e' stato costretto a spendere tanto per vincere subito e avere un ritorno di immagine per provare a quotare il Milan in una borsa asiatica, con tutta probabilità Shanghai. Può essere che Li avesse alle spalle qualche grandi investitore, ma se c'erano società di stato è chiaro che dopo l'intervento del Governo sugli investimenti all'estero si siano defilati. Del resto, già qualche anno prima Moratti, secondo quanto mi risulta, aveva trattato la vendita a un altro gruppo cinese poi saltato perché la notizia e' finita sui giornali prima che arrivasse il via libera da parte del Governo”.
Sulle potenzialità del mercato cinese: “Già nel 2006 mi ero incontrato con i dirigenti di Milan e Inter, spiegando loro le potenzialità del mercato cinese per il calcio italiano, senza grande successo. Per i rossoneri, in particolare è una grande occasione. Mi spiego. In Cina tutti conoscono due parole di italiano, anche nei paesi più sperduti: Baggio e acmilan, come dicono loro. Perché negli anni Novanta quando la società ha cominciato ad aprirsi all'occidente le prime partite trasmesse furono quelle del campionato italiano. Baggio era il campione più ammirato, il Milan la squadra più ammirata e anche se negli ultimi anni ha vinto poco la sua popolarità è massima. Le potenzialità di un mercato di 2,5-3 miliardi, se ci allarghiamo ai paesi asiatici dell'area, sono incredibili”.
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