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Altra sconfitta per il Milan, la cui crisi è sempre più senza fine e del resto, con una prestazione del genere, difficile ottenere di più contro una buona squadra come l'Atalanta. Il "Diavolo" gioca un primo tempo onesto, ma scompare dal campo nella ripresa. Il ritiro, a quanto pare, non è servivo visto che il Milan continua a soffrire di vistosi cali di concentrazione.
Un primo tempo frizzante, giocato tra luci e ombre, si chiude con i fischi di San Siro per i rossoneri. Il motivo, evidente, sta nel punteggio uno 0-1, firmato dall'ex Cristante, scaturito dall'errore di Donnarumma, che non trattiene una pallone tutto sommato facile e da Musacchio, che si perde il numero 4 avversario, condendogli un tap in sottoporta fin troppo facile. Per il resto 45 minuti gestiti abbastanza bene dal Milan, che dopo una partenza difficile aveva fatto la partita per almeno 25 minuti, fino al gol del 32'.
Nel secondo tempo, proprio come contro il Verona, i rossoneri provano a fare la partita, creano qualche occasione importante, ma mostrano il fianco alla "Dea" che colpisce nuovamente, questa volta con Ilicic al termine di un gran contropiede. La partita, per il Milan, sostanzialmente finisce qui. Gattuso cambia, passa al 4-2-3-1 con Calhanoglu che subentra al posto di Bonaventura. Poi è la volta di Biglia e André Silva, che entrano per Montolivo e Kalinic, ma la musica non cambia.
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Quest'anno abbiamo bocciato Nikola Kalinic in diverse occasioni. Spesso lento, quasi indolente in difficoltà contro i centrali avversari, il croato oggi ha fatto l'esatto opposto. Sempre nel vivo dell'azione, ha giocato una partita di grande sacrificio, arricchita da giocate importanti. Esce tra i fischi, per una volta immeritati.
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Non è certamente un periodo facile per Gianluigi Donnarumma e dopo questa partita le polemiche non potranno che aumentare. Il numero 99, infatti, ha grosse responsabilità sul gol di Cristante. Impossibile non chiedersi come sarebbero andate le cose se il ragazzo avesse giocato con la testa libera, ma resta il fatto che oggi è un suo errore a fare la differenza. Serata da dimenticare anche per Frank Kessiè. Un altro ex, a parti invertite, segna un gol. Il rossonero, invece, si sbatte, ci prova, ma è spesso impreciso e mai determinante. Nella lista dei peggiori finisce anche Mateo Musacchio: lo spagnolo non è esente da colpe in occasione del gol e in generale non gioca certo una grande partita. L'occasione, per lui, era importante, ma non l'ha sfruttata al meglio.
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Il Milan non scende in campo con il "veleno" che Gattuso aveva chiesto alla vigilia, ma dopo un inizio difficile i rossoneri crescono e giocano una buona partita per lunghi tratti. La scelta di affidarsi a Cutrone, nel ruolo di esterno del tridente, si rivela vincente, come anche la fiducia accordata a Kalinic, tra i più positivi. La squadra, poi, gioca più alta e aggressiva in fase di non possesso e in questo senso i miglioramenti sono evidenti. Purtroppo per lui il Milan, ancora una volta, fa un grosso regalo agli avversari, che non si lasciano sfuggire l'occasione. La strada intrapresa è buona, ma il lavoro da fare è tantissimo e la sconfitta di oggi, tutto sommato, è meritata
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