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Pagni: “Milan, decretato il fallimento del progetto estivo”

Un'immagine di Milan - Atalanta, foto @acmilan
Ecco l'analisi del momento rossonero da parte del giornalista di Repubblica, Luca Pagni, dopo lo 0-2 subito dal Milan contro l'Atalanta

Donato Bulfon

Luca Pagni, giornalista di Repubblica, ha così analizzato sul proprio blog, Bollettino Milan, il momento rossonero dopo la sconfitta contro l'Atalanta. Ecco le sue parole.

"Ora non ci sono piu’ alibi, ne ritiri che tengano. La partita con l’Atalanta ha messo il bollino certifcato con la scritta fallimento. Il progetto “cinese” nato questa estate e’ ufficialmente naufragato. Prima che sia troppo tardi, sia la proprieta’ che la dirigenza dovrebbero farsi da parte per permettere ad altri di riprovarci.

Ma siccome non accadra’, il campionato andra’ avanti tra alti (pochi) e molti bassi. Con la sola speranza che in Europa League, potendosi giocare partita per partita e con un po’ di fortuna nei sorteggi, il Milan faccia piu’ strada possibile. Anche perche’ il campionato e’ andato: rialzarsi dal decimo posto, con il solo girone di ritorno a disposizione appare impresa titanica.

Chiaro che parlare davanti a risultati scritti e’ piu’ facile che fare previsioni. Ma questo e’ lo sport: non e’ una scienza esatta, ma il racconto di quanto accade sul campo o a livello societario. Perche’ la catena di errori che ha portato in questa situazione ha una sua norma “primaria”, un suo punto di partenza: aver acquistato il Milan a un prezzo insensato e fuori mercato. Il che ha consentito a Silvio Berlusconi di salvare i conti di Fininvest intascando 520 milioni di euro (e ancora sfrutta il Milan per la sua campagna elettorale), ma ha trasformato la nuova proprieta’ in un’anatra zoppa. Per non parlare del prestito da 303 milioni (piu’ almeno altri 60 milioni) sottoscritto con il fondo americano Eliott, da restituire a una scadenza brevissima (ottobre 2018).

Per riuscire a reggere finanziariamente occorrevano si verificassero due circostanze che ora sappiamo impossibili: la qualificazione in Champions League (che avrebbe portato almeno 40-45 milioni) e l’aumento dei ricavi grazie ad almeno 100 milioni in arrivo dalla Cina. Invece, la squadra e’ precipitata al decimo posto e sara’ complicato arrivare anche al settimo posto, ultimo utile per l’Europa. E i ricavi in salsa orientale sono gia’ stati ridimensionati. Calcolo sbagliato da parte di Yonghong Li, l’uomo d’affari entrato in un gioco piu’ grande di lui che ha rischiato il tutto per tutto in una mano di poker, con una operazione tutta a debito, dal quale sara’ difficile rientrare.

Anche se fosse vero che dietro a Li ci sono imprenditori “sostanziosi”, le regole che il governo di Pechino ha via via introdotto da quando e’ partita l’operazione di acquisto del Milan, impediscono che possano emergere: la Cina non ritiene piu’ “opportuni” gli investimenti nel calcio europeo. E, pur quanto con una sentenza molto politica, anche l’Uefa ha messo in dubbio la consistenza economica della proprieta’ Milan: il che non rendera’ molto facile anche solo immaginare che procuratori e altri club europei si mettano a fare affari con il club rossonero. Non per nulla, l’ad Marco Fassone sta incontrando grandi difficolta’ a rifinanziare il debito sottoscritto con Elliott: le banche sono pronte a rifinanziare i debiti del Milan (circa 120 milioni) ma non quelli di Li (gli altri 180 piu’ interessi). E le ultime notizie in arrivo dalla Cina di certo non aiutano. Del resto, sul sito de IlSole-24Ore è stato spiegato bene perché il Milan è una modello di storia sportiva-economica da studiare per fare esattamente il contrario.

Tutto questo cosa c’entra con quanto accaduto in campo? Proprio perche’ bisognava dare subito un segnale forte e puntare in alto si e’ deciso di rifare la squadra, invece di innestare 3-4 giocatori di livello in una squadra di giovani promettenti che si era comunque conquistata un piu’ che onorevole sesto posto. Per di piu’ – ormai lo si e’ capito – si tratta di giocatori di buon livello, non eccelsi ma nessun campione e soprattutto poveri di personalita’. Lo dimostra il fatto che in tutto il girone di andata non sono mai riusciti a ribaltare una partita una volta andati in svantaggio. Ma come dimostra anche l’aver fatto un solo punto con le ultime due della classifica.

Gli errori del due Fassone&Mirabelli si sono palesati anche nella gestione del tecnico: Montella e’ stato confermato anche se non aveva convinto, ha sbagliato di suo quando non ha capito in tempo che non aveva una Maserati da guidare, ma e’ stato cacciato quando stava mettendo le cose a posto: la partita con il Torino e’ stata la migliore del Milan quest’anno e averlo licenziato subito dopo ha ricordato l’Inter delle grandi indecisioni di Moratti.

Gennaro Gattuso e’ a sua volta capitato nel posto sbagliato in un momento sbagliatissimo. Ha fatto i suoi errori (ma era la sua prima volta in Serie A se si esclude la brevissima parentesi di Palermo) ma e’ sicuramente l’ultimo responsabile. Ora dovrebbe capire di avere in mano una squadra limitata e totalmente sfiduciata: converrebbe fin dalla partita con l’Inter giocare sempre con l’imperativo di primo non prenderle e andare in contropiede con il duo Silva-Cutrone. Anche perche’ la guerra aperta con Mino Raiola in estata e’ arrivata al dunque con la vendetta consumatadal procuratore che sicuramente mette in crisi il Milan ma rischia anche di rovinare la carriera di Donnarumma (non sono poche le responsabilita’ sul primo gol dell’Atalanta e comunque autore di una stagione fin qui incolore, con un unico miracolo, guarda caso proprio nella gara con il Torino).

Alla fine, l’unico a sorridere e’ il fondo Elliott: se il Milan non riuscira’ a rifinanziarsi si trovera’ proprietario del club dopo aver sborsato “solo” 300 milioni. Certo, con una situazione sportiva critica e una rosa svalutata. Ma nel calcio, con un nuovo proprietario – a cui Elliott passera’ quanto prima la mano – si puo’ sempre ricominciare da capo. Perché è la storia del Milan, risorge sempre dopo grandi cadute…".

 

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