Nei giorni scorsi ha fatto infuriare i sostenitori rossoneri, che lo hanno applaudito per 10 anni, poiché , altra sua ex squadra, che ha consentito ai bianconeri di battere il Milan nell'ultima gara di campionato. In precedenza, Andrea Pirlo, classe 1979, aveva avuto modo di dichiarare come, in occasione della finale di Supercoppa Italiana a Doha, . Non il modo migliore per farsi ricordare come avrebbe meritato dai tifosi del Diavolo. Oggi, Pirlo, attualmente leader del centrocampo dei New York City, franchigia della MLS statunitense, ha parlato in conferenza stampa, toccando varie tematiche, tra cui alcune relative a Juventus e Milan: queste le sue dichiarazioni più importanti.
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Pirlo: “Rimonte Champions, incubi La Coruña e Istanbul”
Sulla rimonta subita in Champions League dal PSG ad opera del Barcellona: “Io sono un esperto. Mi è subito tornato in mente il Deportivo La Coruña: con il Milan vincemmo a San Siro 4-1, ma poi lì perdemmo 4-0. Botta tremenda. Ma ripenso spesso alla finale di Istanbul 2005: il 3-0 del 1° tempo ribaltato dal Liverpool. Fu un colpo terribile. Ma la rimonta subita dal PSG forse è persino più pesante. Sono partite che ti segnano, anche perché hanno una posta in palio importantissima. Può cambiare l’autostima della squadra. Istanbul mi è rimasta dentro. Sono certo che quando il PSG giocherà in Champions non avrà più la stessa sicurezza: difficile scordare ciò che gli è capitato. È dura, vi assicuro”.
Se gli mancano sfide come Juventus-Milan: “Molto, ma anche quelle di Champions. Sono i match belli da giocare a qualsiasi età. Però nel luglio 2015 ho fatto una scelta e non sono pentito. Quando gli anni passano, devi capire se è arrivato il momento di fare altro. Meglio decidere di andare via quando stai ancora bene, prima che siano gli altri a indicarti la porta”.
Sull'imbattibile Juventus: “Continuerà a vincere per un bel po’ di anni: è la società più attrezzata per farlo”.
Sul suo futuro e la possibilità di essere : “Non ho deciso. Sono concentrato soltanto sul mio lavoro e cerco di farlo al meglio senza pensare al futuro. Dove andrò quando smetto? In Italia”.
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