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Da adolescenti tutto cambia in pochissimo tempo. Si passa dal niente al tutto. Alessandro Plizzari ne sa qualcosa. A inizio maggio era il secondo portiere della Nazionale Under 19, poi è stato convocato per i Mondiali Under 20, ha giocato la finale per il terzo e quarto posto e ha parato due rigori. Adesso è felice, ride, ma sa guardare tutto in prospettiva. Sa concentrarsi sulla propria vita, non solo sul suo Mondiale. Ecco cosa ha detto ai microfoni de "La Gazzetta dello Sport" il portiere del Milan.
Sull'ultimo mese: "Mi resta la crescita come uomo e come persona. Ho imparato che servono concentrazione e carisma, serve un uomo sia in campo che fuori".
Sul calcio come lavoro: "Più o meno. Prima lo vedevo solo come un gioco, ora è qualcosa per un uomo. Ho 17 anni, magari non sono ancora uomo, ma lo sto diventando. Voglio arrivarci con i tempi giusti e con serenità".
Sul Mondiale Under 20, un anno fa: "Non era nemmeno un pensiero lontano, neanche nell'anticamera del cervello. Appena l'ho saputo ho chiamato mio papà, mi accompagna in tutto".
Se c'era qualche dubbio: "Mi facevo domande normali, come se sarei stato all'altezza. Non avevo paura né presunzione, solo voglia di provare".
Sul giocare con ragazzi di tre anni più grandi: "Io sono un 2000, molti erano 1997. Ringrazio Evani, mi sono trovato bene, giusto qualche scherzetto..."
Sugli scherzi: "Facciamo una gara di palleggio a un tocco. Ci mettiamo in cerchio e dobbiamo toccare la palla una volta. Chi fa tre errori prende schiaffi. Io ne prendevo più di tutti".
Su due giovani visti al Mondiale con un grande futuro: "Mi sono piaciuti De La Cruz e Bentancur dell'Uruguay. Il secondo è già della Juve... Mi ha colpito per tecnica e velocità di pensiero. Ti mette una palla nel posto giusto senza guardare. De La Cruz è meno conosciuto, ma intelligente. Sa trovare la giocata giusta".
Sul mercato: "Non ho seguito niente. Volevo godermi l'esperienza, capita poche volte".
Sul futuro: "Non so, non voglio parlarne. Per me la cosa giusta è solo allenarmi con continuità".
Sui rigori: "Non solo istinto, avevo studiato. È stato bellissimo, mi sento diverso, più felice".
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