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Raiola avverte il Milan: “Donnarumma pronto per il Real Madrid? Lui è nato pronto”

Mino Raiola, foto Getty Images
Mino Raiola ha spiegato qualche retroscena del mancato rinnovo di Gianluigi Donnarumma con il Milan: “Io non plagio nessuno, ma è meglio se va via”

Daniele Triolo

E' un fiume in piena, Mino Raiola, sulla questione del mancato rinnovo di contratto di uno dei suoi assistiti più celebri, Gianluigi Donnarumma, con il Milan. L'agente campano, ai microfoni del 'Corriere della Sera', ha voluto spiegare, a suo giudizio, qual è stata la vera storia dietro il clamoroso no del 18enne portiere a restare in rossonero.

“Non volevo arrivare a questo punto, non è stata una questione di soldi. Due cose avevo chiesto a Marco Fassone, con il quale ho un rapporto ottimo: tempo e serenità. Mai pensato di portarlo via a parametro zero, chiedevo solo tempo per capire cosa fosse meglio fare. Io non porto via nessuno, non faccio il tassista. Anche se si firmava ad ottobre o a novembre, che fretta c'era? - ha quindi sottolineato Raiola -: una vera trattativa non c'è mai stata, Massimiliano Mirabelli ha creato subito ostilità, con lui c'è stato uno scontro forte, una guerra. Ci ha minacciati, con un 'aut aut' inaccettabile, dimostrando di non avere esperienza. Ma io in 25 anni di mestiere non mi sono mai inginocchiato: io se muoio, muoio in piedi”.

Donnarumma, però, ha detto di no ad un contratto con il club che ha sempre sostenuto di amare da 50 milioni lordi in 5 anni. Non pochi per un 18enne. Questa l'opinione di Raiola a tal proposito: “Che vuol dire sta cosa dell'età? Allora uno se ne ha 22 ne deve prendere di più? Lui diventerà più forte di Gianluigi Buffon e sarà il primo portiere a vincere più Palloni d'Oro. Ma poi: dici di voler fare di Donnarumma la tua bandiera e poi lo spedisci in tribuna? Quando si è arrivati alla rottura definitiva? Quindici giorni fa, a Montecarlo: loro si erano già comportati male chiamando la famiglia, parlando ai giornali. Cose inaccettabili. Poi ci danno l'ultimatum: è finita quando il ragazzo, che ci aveva creduto più di me perché lui al Milan voleva restare davvero, mi ha detto 'Mino, sinceramente adesso non so se me la sento più'”.

Raiola al 'CorSera' ha respinto al mittente l'accusa di aver plagiato il cervello del ragazzo e si è addossato una colpa fondamentale: “Dovevo dare retta all'istinto, e chiuderla sin da subito”. Insomma, secondo il procuratore per trattenere Gianluigi Donnarumma a Milano sarebbero servite “piccole attenzioni ed amore”. E pazienza se il Milan avrebbe dovuto aspettare, con comodo, che l'agente decidesse se, come e quando rinnovare, sempre ammesso che lo avrebbe fatto. “Come sta lui? Valutiamo l'idea di una guardia del corpo. E' triste, molto. Ha paura, ha ricevuto minacce di morte. E' la vera vittima in questa vicenda: non ha tradito nessuno. E' stato il Milan a voler perdere Donnarumma: l'hanno perso loro, non l'ho portato via io”.

Quindi, ora che si fa? “Ha un contratto fino al 30 giugno 2018, il contratto lo rispettiamo noi, ma pure loro. E' incedibile? Bene, di sicuro starò molto attento. Sento già puzza di mobbing. Tribuna? Deciderà Vincenzo Montella, spero non faccia la bandieruola. Pronto per il Real Madrid? Non ho parlato con nessuno, ma lui è nato pronto. Juventus? Credo sarebbe in difficoltà, per rispetto. Se il Milan mi richiamasse? Io rispondo sempre, di irreversibile c'è solo la morte. Ma penso sia meglio se va via”.

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