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Raiola: “Donnarumma via dal Milan perché minacciato di morte”

Mino Raiola
Mino Raiola ha parlato, accusando pesantemente il club. “Lui voleva restare, ma lo ha colpito la frase di Massimiliano Mirabelli: o firmi o non giochi”

Daniele Triolo

L'agente di Gianluigi Donnarumma, Mino Raiola, ha finalmente parlato, fornendo la sua versione dei fatti sul del 18enne portiere con il Milan. 'La Gazzetta dello Sport' in edicola questa mattina propone un'intervista fiume con il procuratore campano, il quale esordisce con un eloquente “Mi prendo tutte io le colpe del mancato rinnovo, ma lascino perdere il ragazzo. Sono arrivate addirittura minacce di morte alla sua famiglia, incredibile ...”.

Raiola ha sottolineato come, nonostante l'offerta di 5 milioni di euro per 5 anni avanzata dal Milan a Donnarumma, “non ci fossero i presupposti per un'intesa”, perché aveva “chiesto di lasciare sereno il ragazzo, mentre il Milan ha informato la stampa di ogni passaggio ed i risultati si sono visti”. Altro passaggio chiave del 'j'accuse' di Raiola riguarda l'atteggiamento passivo che il club avrebbe avuto nei confronti del suo tesserato: “Una parte dei tifosi si è messa contro di lui e la società non lo ha tutelato – le parole dell'agente alla 'rosea' -; lo striscione sotto la sede non è stato rimosso, non gli è mai stata espressa solidarietà. Ed ora lui è triste”.

Auspicando che la Federazione possa 'proteggerlo', e spiegando come si stia già predisponendo per Donnarumma un servizio di sicurezza apposito, Raiola ha quindi incalzato: “Lui era inizialmente convinto di restare al Milan, a 14 anni scelse lui questi colori preferendoli all'Inter. Gli ultimi tempi, però, sono stati tremendi. In particolare, lo ha colpito quella frase di Massimiliano Mirabelli: o firmi o vai in tribuna. Vediamo che succede ora, ma qui c'è puzza di mobbing”. Negando di aver alcun accordo con il Real Madrid, il procuratore ha quindi puntato il dito in maniera netta contro il direttore sportivo rossonero: “A quattro giornate dalla fine del campionato ha cominciato a stressare il ragazzo. C'è stato un momento in cui lo evitava a Milanello: lo hanno trattato come un asset non come una bandiera. Per lusingarlo sono arrivati a dirgli: firma, poi se vuoi andare via … ma non lo hanno lasciato sereno. Questo non avviene più in una grande società, ricorda certe scene di tanti anni fa in piccole realtà del Sud. Mirabelli? Non discuto la persona, ma i metodi: nessuno nota che Andrea Conti ha minacciato di non andare in ritiro con l'Atalanta per dire sì ai rossoneri. Donnarumma è stato sempre al suo posto e non ha mai avuto pretese economiche. E poi: se hai in casa un top player come lui vai ad offrire il doppio o il triplo ai Morata ed agli Aubameyang? Non è coerente”.

Raiola ha svelato di non aver rinnovato il contratto di Donnarumma quando in sella c'era ancora Adriano Galliani perché, con il club impegnato nel passaggio di proprietà, era doveroso prendere tempo e rivelato come lo stesso ex amministratore delegato del Milan gli abbia telefonato, dopo la rottura delle trattative per il rinnovo, per proporsi da 'paciere' tra le parti. Ricevendo, di tutta risposta, un “brusco no”. Che ne sarà, quindi, del futuro del giovane portiere? L'agente ha negato di aver raggiunto accordi con il Real Madrid, e sottolineato di non aver mai parlato con il suo assistito della possibilità Juventus. “Per rispetto del suo Milan – ha aggiunto – credo che non abbia in testa i bianconeri”. Ora, però, con un solo anno di contratto, c'è da affrontare, in caso di una sua eventuale partenza, la questione della valutazione del suo cartellino: “Non ha prezzo, e comunque non lo faccio io. Lo fa il Milan. 10 milioni per la clausola di rescissione? Non abbiamo mai trattato davvero. Se va all'estero danno per il nostro calcio? Non è vero: guardate Marco Verratti, non ha mai giocato in Serie A eppure brilla al PSG. Emigrare spesso aiuta a crescere ...”.

Un eventuale trasferimento di Donnarumma in un'altra società, tra l'altro, consentirebbe a Raiola di guadagnare una discreta cifra di commissione. L'agente ha spiegato come si regola con i suoi assistiti: “Con me non firmano contratti, si basa tutto sulla fiducia. Certo, non sono un romantico: più guadagnano più mi porto a casa io. Ma cifre non ne faccio. 27 milioni per me dall'affare Pogba? La cifra non è esatta: magari è meno, ma forse anche di più. Per Pogba la Juventus utilizzò le maniere giuste: quando nel 2015 ci chiesero di restare, Giuseppe Marotta lo fece con i dovuti modi. Infatti l'anno dopo è andato via con soddisfazione di tutti. Commissione per me di 8 milioni di euro per Rodrigo Ely? Credo non sia vero”.

Dopo un passaggio doveroso su Zlatan Ibrahimovic (“Ha tante offerte, in USA e non solo. In Italia lo hanno chiesto, ma non il Milan: se ci fosse Galliani sarebbe già qui”), chiosa dell'intervista di Raiola a 'La Gazzetta dello Sport' ancora su Donnarumma: “Non so ancora se è di Mister Li o di Elliott, ma penso che abbiano acquisito il brand e non lo stile. Comunque non faccio la guerra al Milan, mi hanno chiesto Blaise Matuidi, così come Inter e Juventus, vediamo. Vincenzo Montella ha un buon rapporto con Donnarumma, sarebbe stato meglio che gli avesse parlato in privato. Capisco, con il cambio di società ha dovuto adattarsi, come una bandiera al vento …. Come finisce questa storia? La palla è nel campo del Milan: se chiamano, ho il dovere di ascoltarli, ma non ci sono i presupposti per continuare. Il no resta no. Perdonare Donnarumma? Sarebbe divino”.

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