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di Enrico Maggioni
A tre giornate dalla fine del campionato, il Milan di Vincenzo Montella è chiamato a difendere il sesto posto in classifica che vale, seppur attraverso i preliminari, l’accesso alla prossima edizione dell’Europa League.
Protagonisti di una stagione tutto sommato positiva, i rossoneri hanno tuttavia racimolato nell’ultimo mese la pochezza di soli due punti su dodici disponibili, gettando al vento la possibilità di entrare direttamente in Europa e sollevando più di una perplessità sulla tenuta psico-atletica di un gruppo sin qui lodato per lo spirito combattivo e l’attaccamento alla maglia.
L'attore principale di questa stagione è certamente Gianluigi Donnarumma, giovanissimo estremo difensore milanista, autore di prodezze in serie e già beniamino del popolo rossonero. Punta di diamante della scuderia del procuratore Mino Raiola, agente abituato ad avere con sé autentici cavalli di razza (si vedano ad esempio i casi di Zlatan Ibrahimovic e Paul Pogba, ndr), Gigio ha già attirato l’interesse dei principali club europei, sbalorditi dalla personalità del neo-maggiorenne portiere milanista, dotato di un fisico esplosivo, reattivo tra i pali, sicuro di sé con palla a terra e già in grado di comandare con prorompente personalità il reparto difensivo.
Da più parti indicato come il naturale erede di Gianluigi Buffon, Donnarumma, che figura, tra gli estremi difensori del nostro campionato, come il secondo portiere con la migliore percentuale di tiri parati in rapporto alle conclusioni subite nello specchio e come terzo portiere per numero di parate effettuate, deve ora decidere se continuare la sua avventura al Milan o accettare la corte di uno dei tanti ricchi club che intendono assicurarsene le prestazioni.
Chiamato a gestire al meglio questa delicata decisione è l'ormai famoso Mino Raiola, procuratore d’assalto e noto per aver strappato in tempi recenti contratti ricchissimi per i suoi assistiti. Con atteggiamenti spesso provocatori e continui ammiccamenti a club dalla smisurata potenza economica, Raiola ha già fatto intendere che il futuro rossonero di Donnarumma dipenderà, oltre che da un faraonico contratto, anche dalle reali ambizioni di crescita che la nuova proprietà cinese dovrà dimostrare. E’ innegabile che, per trattenere Donnarumma, il Milan debba intervenire pesantemente sul mercato per affiancare al suo formidabile numero uno uomini che possano esaltarne il talento e consentirgli di misurarsi con squadre all’altezza delle sue ambizioni.
I rumors di mercato che si susseguono ininterrottamente sottolineano la volontà milanista di blindare il reparto arretrato con personalità di caratura internazionale: i possibili arrivi del centrale Mateo Musacchio e dell’esterno sinistro Ricardo Rodriguez potrebbero assicurare qualità e carisma, da aggiungere alla classe di Romagnoli ed all’esperienza di Abate.
Stessa attenzione è da dedicare al centrocampo, dove è fondamentale trovare figure di personalità in grado di dettare i tempi della manovra e fungere da filtro per coprire il reparto difensivo, troppo spesso gravemente esposto (come testimoniano le dodici espulsioni rimediate in campionato, ndr) alle ripartenze avversarie. Le voci riguardanti i possibili approdi in rossonero di Franck Kessié, giovane talento ivoriano dell’Atalanta e di uno tra Luiz Gustavo e Cesc Fabregas, garantirebbero grinta e piedi buoni in un reparto le cui attuali lacune sono sin troppo evidenti.
Necessari inoltre alcuni interventi in attacco: indipendentemente da chi sarà la guida tecnica del prossimo Milan, occorre trovare un bomber di razza e spessore internazionale ed un esterno di qualità nel caso non potesse rimanere Deulofeu: Alvaro Morata e Keita Baldé i nomi – di livello –che potrebbero fare al caso del Milan
Per convincere Raiola e Donnarumma a sedersi al tavolo delle trattative urge dimostrare la volontà di costruire in tempi rapidi un Milan in grado di confrontarsi con le migliori formazioni europee e, perché no, assegnare a Gigio, milanista da sempre e uomo immagine da valorizzare, la fascia di capitano. Una scelta forte e coraggiosa, che darebbe al portiere la certezza di essere al centro del progetto e pochi alibi al suo famelico procuratore, che attende segnali concreti prima di legare Donnarumma al Milan che verrà.
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