Parla Mino Raiola, dopo che giovedì pomeriggio è arrivato a Casa Milan per annunciare a Marco Fassone la decisione di Gianluigi Donnarumma di non rinnovare il contratto: "Non è stata una questione di soldi, ma di tempo e principio". Sintetizza così al Corriere della Sera. Secondo il procuratore, dunque, il Milan l'ha messo di fronte a un aut aut inaccettabile, quasi un ricatto, mentre Gigio avrebbe avuto bisogno di più tempo per prendere la decisione. A sentire lui, dunque, i soldi dell'ingaggio non sembravano essere un problema, o comunque prima o poi si sarebbe arrivati a un punto di incontro. Serviva solo più tempo, quindi, per capire cosa fosse meglio per Gigio e per capire quali fossero le reali potenzialità del club.
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Raiola: “Non per soldi, ma per principio”
È lì che la trattativa è andata in frantumi, quando il Milan ha imposto una scadenza temporale inaccettabile. La strategia si è rivelata sbagliata, secondo il pensiero di Raiola. Fassone ha pensato di non avere tempo e ha fatto partire un pressing alto con il ragazzo e sui media. Forse sarebbe bastato lasciarlo decidere tranquillamente, dice Raiola. Le scelte mediatiche del club, tra voci di tribuna e altro, hanno segnato la spaccatura, a quanto pare definitiva.
Questione di tempi e di principio, dunque. Solo marginalmente di soldi. Certo, aver letto che per Pierre Aubameyang fossero pronti 7 milioni non ha aiutato. Questo mix, aggiunto alla scarsa simpatia tra la nuova dirigenza e l'agente, ha portato a questo. Forse c'è stato un errore da entrambe le parti, o forse Raiola aveva già deciso così e la linea dura del Milan ha solo fatto il suo gioco...
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