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Ranieri: “Io sto con Donnarumma e Raiola: parlare di tradimento è ridicolo”

Claudio Ranieri, allenatore del Nantes, Getty Images
Claudio Ranieri, ex allenatore di Roma, Juve e Leicester City, ora tecnico del Nantes, ha parlato di Gianluigi Donnarumma, di Raiola e di Vincenzo Montella

Salvatore Cantone

Claudio Ranieri, ex allenatore del Leicester City, con il quale ha compiuto un vero e proprio miracolo sportivo, vincendo la Premier League, ha concesso una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport, in cui si è soffermato a parlare anche di Milan e soprattutto di Gianluigi Donnarumma, esprimendo un'opinione contraria a quella della maggioranza. Ecco le sue parole

Sul rinnovo di Donnarumma con il Milan: "Io sto con Donnarumma e Raiola. Non c’entrano niente i soldi. Ed è ridicolo parlare di tradimento. Il nocciolo del problema è che il giocatore rinnoverà il contratto con il Milan solo se crederà al progetto di rilancio presentato dai nuovi proprietari del club rossonero. Raiola tempo fa aveva detto: “Un talento come Donnarumma merita di far parte di una grande squadra”. Il Milan oggi vale le 5-6 formazioni leader del calcio europeo? I soldi non c’entrano. L’offerta economica dei dirigenti rossoneri è ottima. E’ una questione di ambizioni. Di percorso professionale. Se Donnarumma, che so, dovesse andare al Real Madrid nei prossimi dieci anni di carriera potrebbe vincere due-tre Champions, giusto? È normale che abbia dei dubbi. È giusto che abbia dei dubbi. Invece lo accusano di essere un traditore. Se deciderà di restare al Milan il suo sarà un grande atto di amore nei confronti del mondo rossonero".

Su Montella: "Come allenatore non è male. Ma dovrà faticare un po’ di più rispetto, a esempio, a Spalletti".

Sulle proprietà cinesi di Milan e Inter: "Sono contento che il governo cinese abbia posto dei limiti all’operazione calcio. Non sono contrario ad aprire le porte ai nuovi ricchi. Ponendo, però, qualche paletto. I cinesi sono proprietari di Milan e Inter, e leggo di interessamenti per altri club. Ci lasciamo comprare tutta la Serie A? Negli altri Paesi i grandi imprenditori diventano partner, non padroni. In Spagna le squadre simbolo, cioè Real Madrid e Barcellona, hanno come riferimento i tifosi-soci. In Germania non hanno bisogno dei soldi cinesi. Noi siamo economicamente deboli e quindi troppo vulnerabili".

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