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Secondo quanto riportato oggi da 'La Gazzetta dello Sport', in attesa del verdetto della UEFA sulla richiesta di accesso al voluntary agreement, il Milan gioca su due importanti tavoli il proprio futuro societario.
Ci sono da sistemare, infatti, due importanti questioni: la prima è , fondo statunitense che ha prestato ben 303 milioni (più lauti interessi) a Yonghong Li per acquisire il club rossonero lo scorso mese di aprile e per poter poi successivamente gestire la società; la seconda riguarda la stabilità dei conti rossoneri, che si prevedono in forte passivo nel giugno 2018.
Il Milan, come ormai noto, è in trattativa esclusiva con BGB Weston, advisor inglese, che con il suo cliente Highbridge sta valutando la possibilità di subentrare ad Elliott, ripianando dunque il prestito al fondo di Paul Singer, concedendo più soldi al club di Via Aldo Rossi e prolungando fino al 2023, anziché ottobre 2018, la scadenza per la restituzione della cifra in debito che si genererebbe. Alla fine dell'esclusiva, ha sottolineato la 'rosea', in assenza di un accordo, il Milan potrebbe anche ricercare un finanziatore alternativo. Per il 'Corriere della Sera', comunque, l'evolversi della trattativa con Highbridge non sarebbe vincolata ad un eventuale 'no' della UEFA sul voluntary agreement.
Poi,: Yonghong Li, proprietario del Milan attraverso la controllata Rossoneri Investments Sport Luxembourg, è prontissimo ad un nuovo innesto di capitale nella società. Non si tratterà, però, dei 150 milioni di euro e rotti richiesti dalla UEFA quale 'deposito cauzionale' per il voluntary agreement.
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