Dubbi, nomi sconosciuti, rinvii: al di là dello slittamento del closing, ora le nubi su Yonghong Li non potranno più essere allontanare dal solo ottimismo. La Gazzetta dello Sport di oggi fa notare come, su questa lunga vicenda che sta facendo pensare e penare i tifosi rossoneri, il problema riguardante Yonghong Li non è mai stato il closing, ma la sua figura: sconosciuto ai più, senza un piano strategico, senza (soprattutto, e ormai è chiaro) supporto dello Stato Cinese. Yonghong Li si è assunto il ruolo di capocordata, di regista di una storia che vedeva in Haixia Capital (fondo provinciale cinese) la figura del pozzo dei desideri, attorno al quale si voleva creare la cordata che prende il nome di Sino-Europe Sports Investments. Un'operazione prettamente finanziaria, senza big industriali, solo piccoli investitori. Ma giorno dopo giorno, i dubbi si trasformano sempre più in certezze: quella che dovrebbe rilanciare il Milan si rivela sempre di più in un'operazione a debito, nella persona e nel portafoglio di Yonghong Li. Ma anche qui i dubbi sono tanti: chi deciderebbe di investire a fondo perduto 300 milioni in tre tranches senza avere una sicurezza di via d'uscita in caso di problemi nel corso della trattativa? Insomma, non solo i nomi, ma anche la tenuta economico-finanziaria del gruppo cinese sembra quantomai traballante, visti i continui rimescolamenti in corsa.
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Ritardi e misteri: una colletta infinita per un Milan a rischio futuro
Dubbi, nomi sconosciuti, rinvii: al di là dello slittamento, ora le nubi su Yonghong Li non potranno più essere allontanare dal solo ottimismo del Milan
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