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Scuffet: “Donnarumma ha fatto bene a rimandare l’esame di maturità”

Simone Scuffet Udinese
Simone Scuffet, portiere dell'Udinese, ha rilasciato un'intervista al quotidiano "La Stampa", in cui ha parlato di Donnarumma e dell'esame di maturità

Salvatore Cantone

Simone Scuffet, portiere dell'Udinese, ha rilasciato un'intervista al quotidiano La Stampa, in cui si è soffermato su Gianluigi Donnarumma, estremo difensore del Milan. Ecco le sue parole: "Sono stato trattato come uno più grande e alla fine ne sono rimasto contento. L’età non è una scusante: giusto essere considerati senza guardare la carta d’identità"

Sulle pressioni: "Devi cercare di rimanere estraneo, elogi o critiche non fa differenza. Successivamente, la vita cambia, vieni visto in modo diverso, ma la famiglia, gli amici, gli affetti, restano".

Sull'offerta dell'Atletico Madrid: "Sono state scritte tante cose: la verità è che tre anni fa feci la scelta migliore, che era quella di restare nella società che mi aveva fatto crescere e che può darmi ancora tanto, in un ambiente che conosco. Da friulano, restare all’Udinese è il massimo: dobbiamo investire il nostro tempo nelle scelte che ci possono far diventare dei portieri migliori in futuro, a costo di non prendere dei soldi in più".

Sull'esame di maturità di Donnarumma: "I genitori vorrebbero sempre che un figlio finisse la scuola. Però se giochi a calcio per mestiere, quella deve essere la cosa principale: poi se uno può coniugare le due cose, meglio. Alla fine mi sono diplomato, ci tenevo a portare a termine un percorso: non l’ho lasciato a metà, ne sono orgoglioso. Donnarumma? Per lui è stato un finale di stagione molto difficile, con tante tensioni: ci può stare di spendere i pochi giorni che ha con un po’ di vacanza. L’esame lo potrà fare il prossimo anno. Forse, in questo momento, era importante staccare, un attimo: lo devi fare, sennò ripartire, mentalmente, non è facile. L’unico consiglio che potevo dare a Gigio l’ho detto alla fine dell’Europeo, era quello di prendere la decisione che si sentiva in quel momento, di non pentirsene e di andare avanti. Cosa gli invidio? Lo stipendio (ride, ndr)".

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