Sono ore delicatissime per la Spagna e per la Catalogna e anche il mondo del calcio è coinvolto nello scontro, politico, ma anche fisico, tra Madrid e Barcellona. Tra i giocatori in prima fila c'è anche Gerard Piqué, catalano, indipendentista e simbolo del Barcellona ormai da anni, che negli ultimi giorni è stato al centro di pesanti critiche per le sue posizioni. Il difensore è intervenuto oggi in conferenza stampa sull'argomento, queste le sue parole: "Sono qui da 15 anni, considero la nazionale una famiglia. Sono molto orgoglioso di essere nella squadra spagnola e mi fa male che qualcuno dubiti del mio impegno. Tutti siamo delle persone con delle opinioni, le opinioni derivano da ciò che ti sta intorno: io rispetto tutti quelli che pensano che noi non abbiamo il diritto di votare, come ha detto Rafael Nadal. Ma altri devono rispettare la nostra di opinione".
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Spagna, parla Piqué: “Resto, ma voglio rispetto”
L'indipendenza: "La Spagna e la Catalogna sono come padre e figlio dove il figlio a 18 anni chiede di andare via di casa... È come se non venisse considerata la realtà della Catalogna. Potete non essere d'accordo con noi, ma la nostra opinione va rispettata. Perché noi esistiamo. Molta gente ci appoggia anche se non viene detto. La gente segue solo una comunicazione in tv, la gente non capisce cosa stiamo passando. Ho parenti e amici, la mia famiglia, lì che soffre per questa situazione"
Il rapporto con la Nazionale: "Io credo che un indipendentista possa giocare nella selezione spagnola, perché non esiste la nazionale catalana. Noi non siamo contro la Spagna, perché un indipendentista non potrebbe giocare con la Spagna? Siamo tutti uguali, vogliamo tutti giocare e vincere. Sono qui da 15 anni, considero la nazionale una famiglia. Sono molto orgoglioso di essere nella squadra spagnola e mi fa male che qualcuno dubiti del mio impegno".
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