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Suggestione? No, utopia. Milan, il 4-3-1-2 non s’ha da fare

Luca Fazzini

Le parole odierne di Berlusconi hanno fatto tornare d'attualità il discorso sul 4-3-1-2, un modulo che però oggi, per le caratteristiche del Milan, è utopia

"Il sistema che ci ha portato a tanti successi non deve essere dimenticato, cioè quello con le due punte in avanti. Una di queste dovrebbe essere Suso, mentre Bonaventura dovrebbe giocare alla Kakà dietro le punte". Parole e musica, non di uno qualunque, ma di Silvio Berlusconi. Uno che, quando parla, fa sempre discutere, specialmente in tema calcistico. La proposta dell'ex presidente è chiara, lo è sempre stata: un 4-3-1-2 con un trequartista che inventi per le due punte. Un modulo tanto caro, che ha permesso ai rossoneri, in passato, di vincere parecchio. Berlusconi cita Kakà, vero numero 10 che ha fatto da artista ai gol di Inzaghi e Shevchenko.

Eppure, oggi, a Milanello, un Kakà non c'è. L'idea dell'ex presidente cade su Jack Bonaventura, ma non sempre il numero 5 ha dimostrato di poter stare in quel ruolo. Mancano un pizzico di velocità e di inventiva: l'ex Atalanta agisce meglio da mezz'ala di centrocampo o da esterno d'attacco. Altra utopia, nel modulo citato da Berlusconi, è il ruolo di Suso. Il numero uno di Forza Italia vorrebbe vedere lo spagnolo seconda punta. Una soluzione già adottata in questa stagione, sotto la guida di Montella, ma che ha dato gli effetti non sperati, con una vivacità decisamente venuta meno rispetto a quando l'ex Liverpool è libero di agire sulla fascia sinistra.

A ciò si aggiunge il problema relativo alle due punte: posto che la crisi dell'attacco è ormai appurata, sia che si giochi con una che con due punte, la soluzione del doppio attaccante non ha mai dato una vera svolta. Soprattutto con Montella si sono provati esperimenti con le coppie Cutrone-Silva o Silva-Kalinic, senza però mai vedere miglioramenti dal punto di vista realizzativo. L'unica chance sarebbe porre Hakan Calhanoglu, vero numero 10 di questo Milan, in posizione di trequartista, rinunciando però a Suso e puntando sulle due punte che, come detto, sin qui non hanno brillato. Con buona pace di Berlusconi, dunque, il 4-3-1-2 è destinato a restare un'utopia.

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