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Suso: “Inter, vogliamo l’Europa. Spero che resti Montella. Futuro? Felice qui, ma …”

Daniele Triolo

Suso Fernández Sáez, esterno offensivo del Milan, punta sul fattore morale in vista del derby: “Non ci sono favoriti, ma l'Inter è più depressa”

Sabato 15 aprile, alle ore 12:30, si gioca : orario insolito, per favorire la visione dello spettacolo anche in Cina, nuova 'patria' delle compagini meneghine. Del derby, e di tanto altro, ha parlato ieri l'esterno offensivo del Milan, lo spagnolo Suso Fernández Sáez, il quale, a Milanello, si è confidato ai cronisti presenti. Queste le dichiarazioni del 23enne ex Liverpool:

Sulle promesse pre-derby: “Sto bene, rientrato dall'infortunio non ho sentito stanchezza. Anzi, ho buone sensazioni. Sono a 7 gol, arrivassi a quota 10, magari … tornerei a casa a piedi! Ma non ci penso, giuro: preferisco fare assist”.

Sul Milan favorito nel derby: “Non penso ce ne siano mai in partite del genere. Loro cominceranno al massimo per far vedere di voler vincere, arriveranno depressi dalla sconfitta e dal ritiro anticipato. Noi, però, concentriamoci sul nostro lavoro: l'errore da non ripetere è non abbassarsi troppo come all'andata dopo il 2-1, semmai ci ritrovassimo in vantaggio”.

Su chi toglierebbe all'Inter: “Mauro Icardi, facile, perché fa gol. E poi Éver Banega, che seguivo al Siviglia e che qui ancora non sta andando al massimo”.

Sulla sua posizione, da trequartista, che vorrebbe Silvio Berlusconi: “In campo io parto largo ma spesso mi accentro, più o meno gioco trequartista. Berlusconi non mi ha mai detto come vorrebbe farmi giocare, ma dopo il derby d'andata mi fece i complimenti”.

Sul suo rapporto con Vincenzo Montella: “Sono cresciuto in concentrazione. Con lui ci siamo trovati subito: mi piacciono il fatto che usi sempre la palla, ed i suoi principi di gioco. E' uno stile adatto a me, come a Deulofeu. Spero che Montella rimanga anche se non decido io: per me è stata la persona più importante”.

Sul suo rapporto con Siniša Mihajlović: “Non giocavo, all'inizio però ci parlammo e decidemmo che restassi al Milan, che non sarei andato via in prestito. Mi fece giocare trequartista con l'Empoli alla seconda giornata, togliendomi dopo meno di un'ora. Poi il nulla, non mi fece nemmeno più scaldare. Non mi ha capito, non c'era comunicazione”.

Sul suo futuro: “Qui sono felice, non so più quante volte l'ho detto. Vediamo cosa succederà in estate con la società. Il closing? Non so sia meglio o peggio, magari cambia poco. Quando ero a Liverpool ho vissuto una situazione simile: la vendita della società e l'arrivo di tanti nuovi. Ero giovane ma avevo giocato già tante partite: mi misero lo stesso in un angolo, con un solo anno di contratto. Volevo cambiare, arrivò il Milan: perfetto. Stavolta, però, non credo comprino troppi giocatori: almeno non esterni mancini”.

Sui rinforzi per il Milan: “Basta poco per puntare alla Champions League, che vorrei tanto giocare. Basta cambiare poche cose, magari 4-5 giocatori per costruire una squadra più completa”.

Su Paulo Dybala: “Non è da Pallone d'Oro, è troppo lontano da Lionel Messi: non c'è proprio paragone”.

Sulla Nazionale spagnola: “Se mi chiamano, corro. Magari sarei stato nel gruppo anche ultimamene se non mi fossi infortunato, ma nessuno può saperlo. Io faccio il massimo e sogno settembre, quando si giocherà Spagna-Italia”.

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