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Suso: “Miha? Non ci fu nessun confronto. Montella mi piace”

Suso Milan
L'attaccante spagnolo del Milan, Suso Fernandez, è stato intervistato dai microfoni di SportWeek, magazine de La Gazzetta dello Sport. Le sue parole.

Nicholas Reitano

L'attaccante spagnolo del Milan, Suso Fernandez, è stato intervistato dai microfoni di SportWeek, magazine de La Gazzetta dello Sport. Ecco le sue parole.

SUL SUO ARRIVO A MILANO -

"In quel momento l'ultima cosa che ho guardato è stata quanta gente ci fosse ad aspettarmi. Venivo da mesi di inattività, tra infortunio e mancato utilizzo. Per me contava solo stare bene e allenarmi al massimo".

SUI PRIMI MESI AL MILAN -

Con Inzaghi alla fine avevo trovato un po' di spazio e credo che se fosse rimasto ne avrei avuto anche di più. Invece arriva Mihajlovic. Lui imposta la squadra col trequartista e io penso che può essere una cosa buona per me: oggi gioco esterno, ma nasco trequartista. Però ero stato fermo praticamente 6 mesi, perciò nei primi giorni di ritiro dico all'allenatore: "Se pensi che qui non avrò occasioni, vado via in prestito perché ho bisogno di giocare per ritrovare la forma".

SU MIHAJLOVIC -

"Mi fa: "No, tranquillo, giocheremo col trequartista e ho solo te in quel ruolo". Mi mette in campo contro l'Empoli, in casa. Io ero morto. Non stavo bene. Le gambe non giravano. Mi sentivo come arrugginito. Dopo un'ora mi toglie. Da quel momento non ho più giocato. Mi allenavo bene, forse meglio di adesso, ma non giocavo e non capivo perché. Non pretendevo il posto in tutte le partite, ma lui neanche mi faceva scaldare. Era tutto strano. Una volta il preparatore atletico mi disse: "Ma come fa uno come te a non giocare in questa squadra?". Gli risposi: "Lo chiedi a me?".

SUI MANCATI CONFRONTI -

"Non c'è stato alcun confronto. Evidentemente non gli piacevo, punto. E anche adesso che abbiamo incontrato il Torino in Coppa Italia e in campionato nel giro di pochi giorni, ho salutato tutti quelli del suo staff che erano stati qui al Milan, ma Mihajlovic non l'ho visto".

SU MONTELLA -

"Le confesso una cosa: fino ad oggi, con lui non ho mai fatto un lungo discorso. Non mi ha mai detto: da te voglio questo e quello. Lui ha spiegato alla squadra la sua idea di gioco: tenere palla e attaccare con coraggio. Vuole che l'azione parta dal portiere. Poi ci mette in campo e osserva gli allenamenti. Lavoriamo sempre con la palla e a Montella non sfugge niente. Alla fine decide. A me piace perchè il suo stile di gioco è il mio: non vuole lanci lunghi, ma che manovriamo la palla. E non ha paura di mettere i giovani".

SUL GIOCATORE CHE LO HA IMPRESSIONATO MAGGIORMENTE -

"Paletta. La sua esperienza è un valore aggiunto per Romagnoli".

L'USO DEL COLPO DI TESTA -

"Può darsi. A volte, è vero, sono lontano dal gioco. Ma non posso pretendere di toccare sempre la pelota. Ci sono tanti aspetti in cui posso migliorare. Vorrei riuscire a fare gol di testa. Ma in due anni di Milan non credo di averla mai neanche presa, di testa".

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