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Tra storia e sport: viaggio nella Fiume di D’Annunzio che aspetta silenziosa il Milan

Una rientranza del mare lungo la via Fiumara
Pochi segnali calcistici nella Rijeka che aspetta il Milan: la tranquillità la fa da padrone lungo le vie del centro città che fu la Fiume di D'Annunzio

Luca Fazzini

Dopo le realtà dell'est Europa, Craiova e Skopje, e le metropoli occidentali Vienna e Atene, il passaporto del Milan formato 2017/2018 riceve il suo quinto timbro nella calma Rijeka, conosciuta ai più - grazie anche ai libri di storia - come Fiume. Dal freddo di Milano al mare di Fiume, passando per le campagne slovene che al meglio rappresentano il momento del Milan: un su e giù continuo lungo una strada isolata e costellata di curve, che porta alla città croata aperta sul lungomare adriatico con il suo imponente porto, già importante in tempi antichi e tutt'ora rilevante dal punto di vista commerciale.

Con un origine italiana che va sempre più scomparendo, Fiume conserva ancora pochi segni di quella cultura italica che dominò nei primi anni del secondo decennio del '900. Dall'occupazione italiana con D'Annunzio (1919) e la creazione dello Stato libero di Fiume al ritorno italiano nel 1924: sono pochi ormai i segni di quell'italianità, dimenticata e nascosta, ma non propriamente sparita. Il canale all'interno della città e la Torre Civica sono solo due peculiarità delle città venete italiane che si ripercuotono ancora nel centro di Rijeka, i cui commercianti - anche per ovvi motivi turistici - masticano ancora basi di un italiano impacciato. Ancora intatto, invece, l'ex palazzo del governatore, da cui D'Annunzio pronunciava i suoi discorsi alla città.

A livello di paesaggio e vita sociale, invece, le viuzze del centro storico convergono nel viale principale, il Korzo, caratterizzato da un'alternanza tra architettura d'epoca e multinazionali dalle insegne comunque sobrie. Tranquilla e calma, Fiume non sembra sentire con ansia e trepidazione l'arrivo in città di una squadre che - nonostante le recenti vicissitudini - gode ancora di un nome associato a rispetto e prestigio in Europa. L'unico segnale calcistico emerge dalle bancarelle lungo il Korzo: un fan shop che presenta, letteralmente, quattro sciarpe e due maglie. E la situazione non migliora intorno allo stadio: situato in periferia tra vie anguste e strette, il Rujevica Stadion ospita all'interno il (piccolo) museo e un campo sintetico con una piacevole vista mare. A ciò si aggiunge una parte delle tribune ancora scavata nella roccia, che mostra il tipico sapore da Europa League, competizione che regala viaggi curiosi all'interno di realtà poco conosciute e piuttosto caratteristiche. In attesa di nuovi timbri, il passaporto rossonero fa sosta a Rijeka. O, se preferite, a Fiume: stasera palla al campo.

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