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Un anno di Montella: come ha saputo conquistarsi il Milan

Fassone Montella Mirabelli Milan
Il 28 giugno del 2016 il Milan annunciava l’ingaggio del giovane e brillante allenatore Vincenzo Montella. Ecco come si è saputo conquistare tutto il mondo rossonero

Redazione

di Enrico Maggioni

Reduce dall’importante esperienza alla Fiorentina e dal controverso anno sulla panchina della Sampdoria, Vincenzo Montella rappresentava per l’ex AD Adriano Galliani l’ennesimo tentativo di rilancio tecnico al termine di una stagione fallimentare.

Scelto per la capacità di dare un gioco propositivo alle proprie squadre, Montella ha dimostrato, già dalla conferenza stampa di presentazione del 7 luglio, di avere le idee molto chiare. Seppur conscio delle difficoltà economiche del presidente Berlusconi e con un closing ancora da definire,  il tecnico campano ha manifestato da subito l’esigenza di scovare e valorizzare uomini funzionali al progetto ed in grado di assecondare la sua mentalità offensiva. A fronte di una campagna acquisti coincisa con la conferma, pressoché in blocco, del nucleo storico e con l’arrivo di giocatori interessanti sebbene da verificare ad alti livelli, Montella sin dalle prime battute si è rivelato il vero colpo della strategia estiva messa in atto da Galliani.

Convinto dei propri mezzi ed a suo agio in uno spogliatoio che, reduce dai molti recenti insuccessi, lo ha subito eletto come l’uomo del possibile riscatto, Montella si è imposto per stile e personalità cementando il gruppo seppur nelle difficoltà di un progetto tecnico precario e di una società dimissionaria o addirittura assente. La conferma del baby prodigio Donnarumma in porta, la consacrazione di Bonaventura quale leader di centrocampo ed il lancio di Suso come uomo guida del fronte offensivo, il pieno recupero di Carlos Bacca e la valorizzazione, forte ma pienamente consapevole, di prospetti di grande interesse e buona personalità quali Calabria, Pasalic e soprattutto Manuel Locatelli, hanno rappresentato concreti segnali della qualità del lavoro svolto dal mister campano.

Abile a trascinare la squadra sino al secondo posto in classifica ed a chiudere il girone di andata del campionato con ben 39 punti, Montella, bravo a lavorare su corpo e mente dei suoi ragazzi, completa l’ottima prima parte di stagione con il tanto sorprendente quanto esaltante successo in Supercoppa Italiana a dicembre contro la favoritissima Juventus a Doha. Vittoria del gruppo, ottenuta ai calci di rigore, al termine di una gara giocata per larghi tratti alla pari contro la corazzata bianconera di mister Allegri, e grande trionfo di Montella che, vincendo il primo trofeo della sua carriera ed il ventinovesimo della trentennale gestione berlusconiana, ammette di vivere “il mio miglior momento da allenatore”, tanto da apparire come il miglior acquisto del Milan dell’ultimo lustro ed ottenere, dalla lontana Cina, i complimenti dei futuri proprietari rossoneri.

La seconda parte della stagione, iniziata con la storica vittoria a Bologna ottenuta in nove uomini, mette a dura prova le qualità dell’Aeroplanino. La squadra, in parte appagata da una esaltante prima parte di stagione ed in sofferenza per la mancanza di ricambi all’altezza e l’inesperienza dei tanti giovani, si affida a Montella, che funge da parafulmine per isolare i suoi ragazzi dalla turbolenze societarie. I continui rinvii del closing minano le certezze della squadra, che perde fiducia e terreno in classifica, tanto da mettere a repentaglio una qualificazione europea che a fine 2016 pareva essere una formalità.

Il ruolo del tecnico non è tuttavia mai in discussione: sebbene il rapporto con il presidente Berlusconi non sia mai decollato, l’Aeroplanino riceve dalla proprietà cinese in pectore continui attestati di stima che, a closing avvenuto ad aprile, si manifesta apertamente nella conferenza stampa di presentazione in cui il neo AD Fassone sancisce la conferma di Montella alla guida tecnica del Milan. La fiducia trasmessa dalla nuova società è linfa vitale per il Milan: nonostante l’evidente stanchezza, ma puntellata e a tratti rinvigorita dall’elasticità tattica dimostrata del proprio allenatore, la squadra ottiene l’agognato accesso ai preliminari di Europa League.

Il resto è storia recente. Viene firmato il rinnovo contrattuale fino al 2019. Fassone e il DS Mirabelli lavorano a strettissimo contatto con Montella, coinvolto nelle scelte di mercato: sebbene si consideri uomo di campo, l’arguto tecnico campano non disdegna consigli e giudizi in vista dei prossimi acquisti e, nel tortuoso confronto tra società e procuratori della vicenda Donnarumma, diventa prezioso uomo di relazione con la famiglia del giovane portiere stabiese.

Un anno dopo, il carisma di Vincenzo Montella è valore aggiunto per il nuovo Milan: la recente cena con Fassone e Mirabelli sulle strategie di mercato ha confermato la forte sinergia tra i responsabili dell’area tecnica e aperto scenari di serenità per il nuovo e ambizioso Milan cinese.

 

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