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Questa mattina 'La Gazzetta dello Sport' ha anticipato come , ovvero di un piano pluriennale di rientro spese per i club in difficoltà, onde evitare sanzioni di qualsiasi tipo. In tarda mattinata, poi, l'amministratore delegato del Milan, Marco Fassone, parlando dagli uffici della Lega Calcio prima dell'assemblea per la tentata elezione del Presidente dell'organo calcistico italiano, ha, nei fatti, corroborato tale ipotesi parlando apertamente di “richieste impossibili” avanzate dalla UEFA al club di Via Aldo Rossi.
Ma cosa avrebbe chiesto la UEFA al Milan? 'Calcio e Finanza' ha fatto il punto: in primo luogo il Club Financial Control Body (CFCB), presieduto dall’ex Primo Ministro belga, Yves Leterme, avrebbe chiesto al Milan come prima condizione per dare il via libera alla richiesta di voluntary agreement l’avvenuto rifinanziamento del debito, con scadenza nell’ottobre del 2018, contratto dal club e dalla holding Rossoneri Sport Investments Luxemboug nei confronti del fondo Elliott Management Corporation. Come è noto le trattative per il rifinanziamento sono ancora in corso e dunque la prima condizione posta dalla Uefa non sarebbe stata rispettata dal club.
La seconda richiesta (fonte 'Panorama.it'), avanzata da Nyon alla proprietà del Milan, e dunque a Yonghong Li, sarebbe stato il versamento cautelare di oltre 150 milioni di euro a copertura delle future perdite del club. Richiesta che la proprietà non ha potuto soddisfare e che ha contribuito a spingere il CFCB verso il no.
Fair Play Finanziario UEFA, ecco cosa dice il regolamento per poter sottoscrivere il voluntary agreement:
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