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Voluntary agreement: la UEFA chiede al Milan un supplemento di analisi

Daniele Triolo

Nessuna bocciatura, da parte della UEFA, al piano presentato a Nyon dall'A.D. del Milan, Marco Fassone: il club ha 20 giorni per presentare nuove carte

I quotidiani, sportivi e generalisti, in edicola questa mattina tornano, quasi tutti, sulla bomba sganciata ieri da 'MARCA', secondo cui il Milan rischierebbe poiché il 'voluntary agreement' per il rientro spese presentato, qualche giorno fa, alla UEFA dall'amministratore delegato rossonero Marco Fassone non avrebbe convinto chi di dovere e perché la situazione finanziaria della società meneghina sarebbe terribile e disastrosa.

In realtà, le cose non stanno proprio così. 'La Gazzetta dello Sport' specifica come niente sia cambiato dalla riunione che Fassone ha avuto con la UEFA nella sede svizzera di Nyon. Coloro deputati a decidere sul fair play finanziario, infatti, avrebbero semplicemente chiesto al Milan da analizzare prima di prendere una decisione definitiva su quanto presentato. Scelta, questa, tutto sommato positiva, ha commentato la 'rosea', poiché si intravede uno spiraglio. Giova ricordare, infatti, come lo scorso giugno il Milan si vide respingere la proposta dalla UEFA, subito, e rimandato, per l'appunto, agli inizi di novembre.

Il Milan, come confermato dal 'Corriere della Sera', ha ricevuto ieri una lettera dalla UEFA nella quale è stato chiesto un supplemento di analisi ed ora il club rossonero avrà tempo una ventina di giorni (si ipotizza entro il 5-10 dicembre), per presentare quanto richiesto: Fassone, per 'Tuttosport', sarebbe già al lavoro per fornire al più presto quanto richiesto. Nessuna , quindi, per il piano di rientro spese pluriennale presentato dal Milan, bensì soltanto un aggiornamento, importante, su alcune questioni dove la UEFA vuole vederci il più chiaro possibile.

Ma perché la UEFA non si fiderebbe al 100% del Milan? Presto detto: il problema principale è che non ci sarebbe, secondo 'La Gazzetta dello Sport' e 'Tuttosport', grandissima fiducia nei confronti di Yonghong Li e delle sue disponibilità economiche. L'articolo pubblicato da 'MARCA', unitamente alla recente indagine del 'New York Times' sulle proprietà dell'imprenditore cinese, poi, avrebbero alimentato dubbi e sospetti. Questo, va detto, malgrado il proprietario e Presidente del Milan, fin qui, abbia rispettato tutte le scadenze, provveduto ad un paio di ricapitalizzazioni e speso 230 milioni di euro sul mercato estivo per rinforzare la squadra.

Dalle parti di 'Casa Milan', ha sottolineato quindi la 'rosea', nonostante il fastidio provocato dall'articolo su 'MARCA', resterebbe quel “moderato ottimismo” professato di recente sul tema da Fassone, anche se 'Repubblica' vede la situazione un po' diversamente. “La UEFA monitora con attenzione anche il fronte dei possibili introiti commerciali in Cina. Un commissario, durante la discussione del 9 novembre, ha fatto notare che sul mercato di Pechino sono presenti da anni giganti come Barcellona e Real che fatturano molto meno delle stime indicate dal Milan nel breve periodo”, il commento di 'Repubblica', che, al momento vedrebbe maggiormente plausibile una bocciatura, a metà dicembre, del voluntary agreement ed il ricorso al 'settlement agreement', sanzione più dura possibile, provvedimento nel quale, da qualche anno, incorrono Inter e Roma.

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