Yonghong Li, le ultime parole famose

In questi giorni o, per meglio dire, in queste ore, dovrebbe essere ufficializzata, da Fininvest e 'Sino-Europe Sports', circa per il closing dell'operazione di cessione del Milan al gruppo cinese. Si tratta, in sostanza, del terzo slittamento della finalizzazione dell'affare: naturale che, nella mente dei tifosi rossoneri, si faccia spazio l'idea che tutto possa essere una farsa, o quasi.

Lo scorso 22 dicembre 2016, il giorno prima della finale di Supercoppa Italiana a Doha, come si ricorderà, Yonghong Li, Presidente e fondatore di 'Sino-Europe Sports', aveva rilasciato con la quale in sostanza, fissava i punti chiave della trattativa e faceva il punto della situazione. Rileggendo, alla luce delle notizie odierne, quelle sue dichiarazioni, lo sgomento e le preoccupazioni non fanno altro che crescere.

“In Cina, ogni investimento verso Paesi esteri è soggetto all'approvazione dell'autorità regolatoria cinese. Di recente, l'autorità ha annunciato nuove misure di controllo nei confronti degli investimenti verso l'estero, e questo riguarda anche le operazioni annunciate prima che tale accordo fosse reso pubblico, come nel caso dell'acquisizione del Milan da parte di SES”, dichiarò Yonghong Li. Quelle autorizzazioni, dal Governo di Pechino, non sono mai arrivate: ecco perché 'SES', nei mesi, ha fatto pervenire a Fininvest le prime caparre dalle Isole Vergini e perché, a conti fatti, avrebbe acquisito/acquisirà il club rossoneri con la società 'Rossoneri Sport' con sede in Lussemburgo, controllata dalla 'Rossoneri Sport' con sede a Hong Kong. In ogni caso, fuori dai rigidi controlli del Governo cinese.

La vicenda si fa ancora più oscura se si scende nel dettaglio economico della faccenda. 'Sino-Europe Sports', per completare l'acquisto del Milan, deve versare ancora a Fininvest 320 milioni di euro più 100 milioni di anticipo del piano triennale di investimenti da 350 milioni concordato con l'azienda di Via Paleocapa. Alla domanda 'Confermate che tutti i capitali per l'acquisizione della società sono già stati raccolti?', Yonghong Li rispose con un laconico “Per la verità SES ha raccolto una quantità di capitali superiore rispetto all'importo dell'investimento”. Cosa è successo, allora, in questi ultimi giorni di così grave da far saltare un closing fissato 90 giorni orsono? Sembra che un paio di investitori (o finanziatori, questo è tutto da capire) 'pesanti' , provocando, a 'Sino-Europe Sports', un 'buco' di circa 100 milioni di euro. Ma come? Per soli 100 milioni in meno, l'operazione ha bisogno di un ulteriore posticipo? Ma non era stata raccolta “una quantità di capitali superiore” rispetto a quanto dovuto per il club? Domanda che, in assenza di certezze su chi avrebbe investito nel Milan, quanto avrebbe investito, e, soprattutto, in che modo ed in che misura, non troverà risposta così facilmente.

Nel caso in cui Fininvest, come appare praticamente certo, decidesse di dire di sì ad un'altra proroga di 30-35 giorni per il closing, ma soltanto dinanzi ad una 'caparra-ter' di altri 100 milioni, in sostanza l'acquisto del Milan avverrebbe a rate. Eppure, sempre in quell'intervista di Yonghong Li del 22 dicembre 2016, si riportava come “tale possibilità non è né contemplata nell'accordo con Fininvest, né attualmente prevista dalle parti”. Il Milan, la sua maglia e la sua storia, i suoi tifosi meritano rispetto e chiarezza. Sopra ogni cosa. Meritano di sapere chi c'è dietro Yonghong Li e 'Sino-Europe Sports', sempre ammesso vi sia qualcuno. Meritano di sapere , sempre ammesso vi siano, ancora, le risorse economiche previste da agosto. Meritano, infine, di sapere se 'Sino-Europe Sports', una volta acquisito eventualmente il Milan, avrà la forza economica di mantenere quanto promesso, riportandolo sul tetto d'Italia e del mondo. Tra scatole ed ombre cinesi, il futuro del Diavolo, confrontato con la realtà del Dragone, oggi sembra davvero nebuloso.

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