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Zaccheroni: “Montella può sbizzarrirsi, ma vedo bene il 3-4-2-1”

Alberto Zaccheroni
Zaccheroni, ex di Milan e Udinese e maestro della difesa a tre, racconta come nacque quel suo modulo e commenta il passaggio a tre dei rossoneri.

Stefano Bressi

È stato l'unico a imporre la difesa a tre al Milan di Silvio Berlusconi, Alberto Zaccheroni. Vincendo pure uno Scudetto. Adesso, dopo oltre trent'anni, i rossoneri hanno cambiato proprietà e Vincenzo Montella sembra essere passato stabilmente a tre dietro. Oggi affronta l'Udinese e Zac è ex allenatore anche dei friulani, che ha portato per la prima volta in Coppa Uefa. Il suo 3-5-2 somiglia un po' a quello del Milan attuale: con quattro centrocampisti e uno più avanzato, come sottolinea lui stesso. Intervistato da "La Gazzetta dello Sport", Zaccheroni ha raccontato come è nato il "suo" modulo e ha commentato il cambiamento rossonero.

Sul suo 3-4-3: "Nei principali campionati europei non c'erano, che io sapessi, squadre che giocassero in quel modo. Era diffuso il centrocampo a cinque, che però non mi piace perché diventa un 5-3-2 che non supporta l'attacco. Un centrocampo a quattro, invece, supporta entrambe le fasi e i miei attaccanti non rientravano mai oltre la metà campo".

Sui moduli: "La differenza nel calcio non la fa il modulo, che per troppi allenatori è l'unico parametro su cui lavorare, ma il modo in cui i giocatori lo interpretano. Ecco perché ho giocato con il 3-4-3 solo alcune volte, in altri casi non era possibile. All'Inter, per esempio, con Coco fuori per infortunio giocai a 4".

Sulla filosofia di difesa a tre: "Andavo in giro, studiavo, e vedevo cose che non mi piacevano. Osservavo Cruijff a Barcellona e Zeman a Foggia, ma non erano le soluzioni che cercavo. Non mi piaceva la mediana a tre, che diventava 5-3-1. Volevo tenerne tre davanti, senza che ripiegassero. Ci lavorai su, prima con carta e penna, poi in campo. Così dopo aver sperimentato la mediana a quattro lavorai sui tre dietro. Diciamo che è stato un domino. L'obiettivo primario era che le punte non sprecassero energie".

Sullo Scudetto al Milan: "Sarà sempre grato ai giocatori come Maldini e Costacurta. Gente che aveva vinto tutto e avrebbe potuto anche mandare a quel paese me e le mie idee. Invece mi seguirono e mi consentirono di proseguire su concetti non condivisi dal club".

Su Berlusconi: "Rispetto tutti, ma non mi si deve venire a dire cosa devo fare. Se ci sono io, si fa a modo mio. Galliani mi ha proposto il rinnovo, ma ho rifiutato perché non c'erano le condizioni. Serve sintonia. Se sei convinto delle tue idee devi essere pronto a fare la guerra. Si tratta delle tue conoscenze, del tuo bagaglio, devi avere coraggio".

Sul Milan di Montella con la difesa a tre: "Montella è un tecnico intelligente, fa un calcio propositivo. Con il 3-5-2, però, penso a Suso che non sarebbe messo nelle condizioni ideali. Vedrei meglio un 3-4-2-1 o un 3-4-3 con Suso e Bonaventura esterni, sarebbe tanta roba... Ha tre ottimi centravanti, tantissima qualità a centrocampo e una difesa ideale per giocare a tre. Bonucci si sente coperto e può stare anche un po' più alto".

Sulle varie soluzioni del Milan: "Montella può sbizzarrirsi, può metterci imprevedibilità. Poter cambiare tanto sarà una delle chiavi vincenti del Milan. Ha uomini che sanno costruire dappertutto. Solo che è una squadra da assemblare".

Sull'Udinese: "Rispetto a qualche anno fa da Udine passano giocatori di minor talento e con meno capacità di spostare gli equilibri. Non ha più un'anima ben definita, ma Delneri è un maestro di calcio".

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