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Zanetti: “Vinciamo il Derby e scattiamo”

Javier Zanetti Inter
In vista della stracittadina di domenica, ha parlato l'ex capitano dell'Inter, Zanetti, raccontando i match passati e come si arriva a questo.

Stefano Bressi

Domenica sera tutta Milano e gran parte dell'Italia (e forse della Cina) si fermerà per assistere a uno dei match più attesi dell'anno. Si gioca il Derby della Madonnina. Partita che si preannuncia emozionante, per il momento vissuto dalle due squadre. A presentarla, ai microfoni de "La Gazzetta dello Sport", ci ha pensato Javier Zanetti, ex capitano dell'Inter e attualmente in dirigenza. L'ex numero 4 si è soffermato sulle sfide passate contro il Milan e ha parlato del momento attuale.

Che Derby sarà: "Mi aspetto ulteriori segnali di crescita, sotto ogni aspetto. Una vittoria darebbe ancora più fiducia a un gruppo che si sta dimostrando solido e pienamente coinvolto nel nuovo progetto tecnico".

Dove può arrivare l'Inter: "La squadra per noi ha un grande valore tecnico. Il gruppo è solido e completo. Possiamo e dobbiamo dare fastidio a tutti, ma l'obiettivo principale è di tornare in Champions League. Dobbiamo tornare nell'Europa che conta, lo impone la storia del club. Vincere domenica ci porterebbe fuori dal groppone, avrebbe il sapore di un primo importante strappo. Stiamo costruendo un grande futuro, i tifosi possono stare tranquilli. Suning è una garanzia".

Su Icardi: "Mi ricorda Crespo, anche lui letale negli ultimi 16 metri, tra i migliori mai visti".

Sul Milan: "Mi aspetto un Milan pericoloso. D'altronde sarà una gara decisiva per entrambe nella corsa alla Champions. Sarà un grande Derby".

Sui Derby passati: "Giocare il Derby a San Siro, con 80.000 persone sugli spalti, è un qualcosa di unico al mondo. Io e Maldini, da capitani, abbiamo vissuto match storici, fantastici, pieni di campioni. Si fermava il mondo per vederci. Gare sentitissime, grande rispetto in campo e fuori. Ancora oggi è bello vedersi per alcune iniziative".

Il suo Derby preferito: "Inizio con il mio primo Derby in campo. Finì 1-1, gol di Paganini e Savicevic. Ero emozionatissimo all'idea di giocare contro Baresi e Maldini, erano già due monumenti. A pochi minuti dalla fine mi ritrovai a terra dopo un contatto ed ero pronto a rialzarmi per protestare, ma mi resi conto che avevo fatto a sportellate con Baresi... Fu un attimo. Tornai nella metà campo senza dire nulla, facendo la figura del giocatore all'inglese che non si scompone mai. In realtà era solo rispetto".

Al secondo posto: "Inter-Milan 2-2, 13 marzo 1999. Ho segnato la rete del definitivo pareggio".

Al terzo: "Il 4-0 nell'agosto 2009. Eravamo in casa del Milan, che spettacolo il gol del vantaggio di Thiago Motta! Siamo andati in porta dopo una serie infinita di passaggi".

Sugli EuroDerby 2003: "Fuori dopo due pareggi... Che dolore per quell'1-1 nel match di ritorno. Ma nei giorni successivi ho provato solo orgoglio per come avevamo affrontato la sfida. Piansi nello spogliatoio e i primi ad abbracciarmi furono Ancelotti, Costacurta e Maldini. Erano Derby stellari, con uomini veri".

L'avversario più forte: "Kakà. Era un mostro, ovunque, quasi immarcabile. Ricordo una volata con lui, sono riuscito ad accompagnarlo sul fondo e San Siro mi applaudì ma ero completamente senza ossigeno".

Su Shevchenko: "Ci ha bucato quasi tutte le volte... Aveva tutto: velocità, cuore, dribbling e tiro. Ed era anche un ragazzo meraviglioso".

Il più forte in assoluto nei suoi Derby: "Sicuramente Ronaldo. Nel 1997-98 in particolare. Mai visto niente di simile. Devastante. Un marziano".

Sulle parole di Fassone sui debiti: "I percorsi scelti dai due club sono molto diversi. L'Inter guarda solo in casa propria. Le nostre strategie sono chiare, alla luce del sole e pensiamo solo a quelle".

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