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Il derby è sempre il derby, vale a dire una partita che spesso esce dai canoni di facili pronostici per lasciare spazio a protagonisti ed esiti poco prevedibili. Esattamente quanto successo ieri a San Siro nel match contro l’Inter: di fronte al neo-proprietario Yonghong Li ed al gruppo dirigente schierato al gran completo, il Milan di Vincenzo Montella ha fatto la partita, subito due reti evitabili, sofferto, lottato senza mollare e rimontato con due gol dei suoi centrali difensivi, Alessio Romagnoli, a circa dieci minuti dalla fine, e Cristian Zapata all'ultimo respiro. La zampata del colombiano, bravo a sfruttare la spiazzata di testa del connazionale Carlos Bacca all'ultimo secondo di un match tiratissimo, gela l’Inter e dà sfogo all'irrefrenabile gioia rossonera; Zapata diventa l’eroe della giornata e simbolo della grande anima del gruppo guidato da Vincenzo Montella. La prodezza di Cristian è il meritato premio per un professionista che, al Milan dall'estate 2012 e recentemente premiato da Adriano Galliani per le 100 presenze con la maglia rossonera, ha saputo accettare nel corso del tempo le scelte degli allenatori, spesso penalizzanti nei suoi confronti, facendosi tuttavia sempre trovare pronto in caso di necessità. Proprio come è accaduto quest’anno: fermato prima da un lungo infortunio e poi dalle splendida stagione del compagno difensivo Gabriel Paletta, Zapata non si è perso d'animo e con costanza e serietà ha continuato ad allenarsi con grande professionalità.
Elogiato da Montella per le sue qualità morali (“Zapata possiede spessore in termini di personalità e correttezza”), Zapata da febbraio di quest’anno è entrato a far parte in pianta stabile del gruppo dei titolari, per proprio merito oltre che per infortuni e squalifiche altrui, accumulando 10 presenze di cui 8 da titolare per complessivi 854 minuti giocati. Lasciato in panchina a Pescara, gara dell'erroraccio di Paletta e Donnarumma, Cristian si è ripreso la maglia da titolare nella tranquilla gara con il Palermo meritandosi la riconferma nella delicatissima sfida per l’Europa di ieri pomeriggio. Coinvolto suo malgrado nell'amnesia difensiva generale che ha portato al raddoppio interista con Mauro Icardi a fine primo tempo, Zapata ha lottato alla pari con il centravanti interista emergendo per velocità e stacco di testa, limitandone la pericolosità e risultando il migliore dei suoi precari – almeno per quanto visto ieri – compagni di reparto. Cristian, da lottatore puro, non si è tirato indietro neppure nella ripresa: seppur preoccupato della presenza di Icardi, lasciato tuttavia sempre più solo dalla discutibili scelte tattiche di Pioli, Zapata è stato spesso chiamato a dar l'avvio alla manovra e a dare man forte al reparto offensivo in occasione dei calci piazzati. E proprio sugli sviluppi di un calcio d’angolo, battuto da Gerard Deulofeu con palla in area colpita da Bacca, Cristian ha avuto la forza di deviare la palla trovando, a fil di sirena, l’insperata ma meritatissima rete del due a due finale.
Una prodezza che ha esaltato tutto il popolo rossonero, da Yonghong Li sino ai tifosi impazziti di gioia, e che ha fatto di Zapata l’idolo di tutti: Christian è stato cercato da tutti i media, ha regalato la propria maglia al neo presidente, e si è guadagnato orgogliosamente le prime pagine dei siti web di tutta la Colombia.Una prova di carattere e orgoglio da parte del Milan e per Zapata in particolare, chiamato meritatamente da qui a fine stagione a far da guida difensiva insieme con Romagnoli nell'avvincente volata verso l’Europa League.
Enrico Maggioni
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