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Baresi: “Il Milan ha voglia di stupire: in una finale tutto può succedere”

Daniele Triolo

Franco Baresi, leggenda rossonera, compie oggi 58 anni: è intervenuto ai microfoni di 'Radio Sportiva' per presentare la finale di domani ma non solo

Franco Baresi, leggenda del Milan, compie oggi 58 anni: 'Kaiser Franz' è intervenuto ai microfoni di 'Radio Sportiva' per presentare , ma non solo. Queste le dichiarazioni di Baresi:

Sulla sua vittoria più bella in maglia rossonera: “Pensando a tutte le vittorie che ho avuto, quella che mi ricordo maggiormente è la prima Coppa dei Campioni, quella del 1989 contro lo Steaua Bucarest. Erano 20 anni che il Milan aspettava di rivincerla, forse quella è stata la più emozionante perché è stata la prima e mi rimane sempre di più nel cuore”.

Sul perché non ha avuto una carriera da allenatore in una Prima Squadra: “Ho fatto l'allenatore qualche anno nelle giovanili, poi dovevo rimettermi a viaggiare un'altra volta, la società mi ha proposto di fare un ruolo all'interno come testimonial, e da lì è cominciata la mia nuova mansione. Però il campo mi piace, il calcio lo seguo sempre. La passione non manca mai, anche se in modo diverso”.

Sulla finale di Coppa Italia di domani: “Credo che essendo una finale tutto può succedere. Sarà importante vedere anche chi starà meglio fisicamente, perché siamo a fine stagione, quindi sarà un aspetto che conterà. Però credo che il Milan arrivi con la giusta tensione, con buone condizioni. Ce la giochiamo. Rispettando sempre la Juventus, che in Italia domina. Ma il Milan ha voglia di stupire”.

Sulle prospettive future del Milan: “Quest'anno è chiaro che c'è stato un grande cambiamento, un grande investimento anche, tanti giocatori nuovi. Quindi era anche normale avere questi alti e bassi durante il campionato. Però adesso il Milan ha dimostrato di essere squadra, di essere più solido, quindi le basi ci sono. E' chiaro che ora la società si muoverà di conseguenza per poter compiere un passo ulteriore per tornare a competere in Italia”.

Sul giocatore che ha trovato più difficile marcare in carriera: “Nella mia era c'erano tanti campioni difficili da marcare in attacco. Nelle sfide contro il Napoli c'erano Diego Armando Maradona, Careca; contro l'Inter, Jürgen Klinsmann, Alessandro Altobelli. Se pensiamo alla Juventus c'era Paolo Rossi, dei grandissimi campioni. Roberto Baggio, Roberto Mancini, Gianluca Vialli parlando degli italiani. Quindi non era facile”.

Sullo stato di salute del calcio italiano: “Sta crescendo, dopo qualche anno con meno competitività ora stiamo crescendo. Anche in Europa abbiamo fatto una bella figura, sia con la Roma, sia con la Juventus, con la Lazio. Credo che dobbiamo avere fiducia, abbiamo una grande storia. Certo, la mancanza dei Mondiali è una cosa molto brutta, ed è difficile da digerire ma dobbiamo andare avanti ed essere capaci di capire dove migliorare”.

Sul nuovo corso azzurro con Mancini: “Non so se è ufficiale o no, comunque chiunque arriverà dovrà avere entusiasmo, la passione, sapere che è ruolo molto importante e che rappresenta milioni di tifosi. Quindi speriamo che ci sia questa voglia e questo spirito di tornare competitivi anche con la Nazionale”.

Sull'avere un fratello interista: “Noi siamo sempre stati in buonissimi rapporti, con grande stima. Si lottava quando c'era il derby, in quei 90', poi finiva lì. Per me è stato molto importante all'inizio della mia carriera, abbiamo sempre avuto un grande rapporto”.

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