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Biglia-Romagnoli, contro la Lazio più di un semplice match

Cutrone Romagnoli Calhanoglu Fiorentina-Milan
Biglia e Romagnoli scenderanno in campo questa sera: entrambi giocano contro il loro passato capitolino, per loro la Lazio è più di un semplice match.

Patrick Iannarelli

L'argentino, a causa di un lapsus, disse un "Forza Lazio" dopo qualche minuto a Milanello. L'altro ha ancora il cuore biancoceleste, visto che fin da bambino andava in curva a sostenere i suoi beniamini. Alessio Romagnoli e Lucas Biglia, due trascorsi nella capitale per motivi differenti. Ma entrambi legati alla Città Eterna. Questa sera per loro sarà più di una partita, le emozioni che si proveranno prima di scendere in campo saranno davvero tante. Ma gli occhi lucidi dovranno essere sostituiti sin da subito da quella grinta che vuole Gennaro Gattuso, senza se e senza ma.

LUCAS - Dopo sette anni in Belgio, all'Anderlecht, Biglia si trasferisce nella Capitale. Il centrocampista sudamericano si conquista la fiducia a suon di prestazioni. Ben 109 presenze in campionato, con 13 gol.  In totale indossa per ben 133 volte la maglia dei biancazzurri, con 16 reti tra coppe europee e campionato. In estate saluta tutti e sposa il progetto rossonero: all'inizio non è tra i migliori, anzi. Non ha il passo, un infortunio lo tiene lontano dai campi da gioco. Lui stesso ammette che senza continuità non va avanti, ma ora ha trovato i tempi giusti. E in mezzo al campo è tornato a fare la differenza.

"ROMA"GNOLI - Un passato giallorosso e un cognome che può essere tutto un programma. Ma il suo cuore batte per il biancoceleste, sin da bambino. Romagnoli ha sempre tifato Lazio e sulle spalle porta un numero alquanto ingombrante, il 13 di Alessandro Nesta. Lui stesso ha ammesso di tifare ancora per quei colori, ma ovviamente oggi sarà un'altra partita. Un'altra sfida.

Entrambi stanno diventando colonne di questo Milan, anche un po' per il ruolo in campo. Al centro della difesa uno, in mezzo alla guerriglia l'altro, pronti per trascinare questo Milan in finale. Poi si penserà alle emozioni, ma prima si deve raggiungere l'obiettivo. Altrimenti mister Gattuso potrebbe non prenderla bene.

 

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