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(di Valerio Paini) Un Milan già visto in questo inizio di stagione, quello a due facce già mostrato contro Napoli, Roma e Cagliari, spreca un'altra occasione raccogliendo solo un pareggio nella sfida contro l'Atalanta di Gian Piero Gasperini, per l'occasione in tribuna per squalifica.
Gli uomini di Gennaro Gattuso hanno alternato a un primo tempo gestito con autorità, una ripresa dai toni più sommessi, in cui a prevalere sono stati i bergamaschi, rinfrancati dagli ingressi in campo di Duvan Zapata ed Emiliano Rigoni, i quali hanno permesso di alzare il ritmo del gioco e trovare per due volte il pareggio.
A tenere a galla i rossoneri, fintanto che è rimasto in campo, c'è stato Giacomo Bonaventura, uomo d'ordine in mezzo al campo e abile incursore quando c'è da aggredire l'area di rigore. La partita di ieri l'ha visto protagonista, insieme a Gonzalo Higuain e , di una prestazione di altissimo livello sotto tutti i punti di vista: la gestione del pallone e dei tempi di gioco è stata sempre corretta e funzionale a mantenere il possesso senza farsi travolgere dal pressing atalantino, come invece era successo in quel di Cagliari; la fase offensiva invece è stata, come sempre da quando Gattuso siede sulla panchina rossonera, di alta levatura con un preciso gol da attaccante puro, un palo e una rete annullata, su fuorigioco millimetrico, frutto di una gran incornata in inserimento.
Sostituito Jack con Tiemoue Bakayoko, il Milan ha iniziato ad abbassarsi e ad accusare gli avversari sempre di più. Un cambio che verrebbe da dire “sbagliato” se non fosse giustificato da un problema al ginocchio, ravvisato dallo staff rossonero, che ha spinto Gattuso a una precisa valutazione: “Quando ho cambiato Bonaventura, volevo cambiare modulo, l'ingresso di Bakayoko è per rinforzare a livello muscolare il centrocampo. Non so se abbiamo pareggiato per colpa dei cambi”; un dubbio rimasto irrisolto che sa molto di presa di responsabilità ma che nulla toglie all'operato del tecnico calabrese, sin qui artefice del ritorno del “bel giuoco”, seppur a tratti, in casa rossonera.
Quel che è certo è che senza Bonaventura il Milan non riesce ancora a essere ordinato e incisivo in mezzo al campo, dove sia i vecchi, sia i nuovi non garantiscono in tenuta fisica e intelligenza tattica. La nota positiva è che il problema fisico non sembra nulla di grave e che, con un Bonaventura così, un Milan meno indecifrabile e più costante, può realmente mettere in difficoltà qualsiasi squadra abbia di fronte a sé.
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