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Bonucci: “Per il Derby tifo Milan”

Stefano Bressi

Bonucci, ex capitano rossonero tornato alla Juventus in estate, ha parlato in conferenza stampa dal ritiro dell'Italia. Ecco le sue parole.

Domenica l'Italia di Roberto Mancini affronterà la Polonia per la terza gara di Nations League. Gli azzurri sono già di fronte a un dentro o fuori. Perdere significherebbe dire definitivamente addio alla possibilità di qualificazione e complicherebbe molto il discorso "salvezza". Oggi in conferenza stampa ha parlato Leonardo Bonucci, ex capitano del Milan, tornato in estate alla Juventus. Ecco tutte le sue dichiarazioni.

Sui problemi: "A me piace vincere, perdere o pareggiare mi fa rosicare. Sapete qual è il mio umore. Nella partita contro l'Ucraina si è vista un'Italia diversa, positiva e propositiva. Ci manca fare gol, è un dato che non possiamo non prendere in esame. Sono fiducioso per domenica e per il futuro".

Sul non vincere: "Sono tornato alla Juventus e vinciamo partite su partite, dentro di me c'è una situazione di benessere. La vittoria fa lavorare meglio, per arrivarci non bisogna scordarsi ogni dettaglio. Nei 20 metri bisogna fare male all'avversario, non essere felici di arrivare lì".

Sulla Nations League: "Questo nuovo torneo ti permette di giocare gare da 3 punti, stimolo diverso rispetto alle semplici amichevoli. Arrivare e vedere uno stadio pieno è sempre importante, questo può attirare più persone allo stadio. Mi auguro che nel corso degli anni queste manifestazioni vengano sempre più apprezzati".

Sul ritorno ad allenare di Ventura: "Credo sia importante per lui, ritrovare una panchina per dimostrare che dopo la non qualificazione al Mondiale ci possa essere un'altra chance. Io con lui sono nato, quindi posso solo ringraziarlo. Dopo la Svezia è stato fatto un gioco al massacro, però è ovvio che, sia lui che noi, abbiamo avuto delle colpe. Va detto. Gli auguro un in bocca al lupo perché le sue idee, maturate giorno dopo giorno, possono essere importanti".

Sugli attaccanti che non segnano: "Non ci sono mai stati bomber con tantissimi gol, in Nazionale. C'è chi arriva a 50-60 gol, in Italia è Gigi Riva con 35, se non sbaglio. La tradizione dice così, poi in quest'ultimo periodo sono girati molti attaccanti. Trovarne uno che ne faccia 20 in 20 partite è difficile. La Nazionale è una cosa diversa, la maglia ha un peso differente".

Sul derby Milan-Inter: "Spero di vedere una grande partita, ma preferisco il Milan. Ho lasciato bravi ragazzi e un grande allenatore".

Sulle frasi di Ventura del post Spagna: "Non posso risponderti, è un pensiero e non so a cosa si riferiva. Noi siamo stati a completa disposizione del ct, prima durante e dopo la Spagna".

Sugli allenamenti di Mancini: "È meno ossessivo, ma chiede molto alla squadra. Non a caso mercoledì è venuta fuori una gara interessante a livello tattico e tecnico. Abbiamo spinto per stare nella metà campo avversaria, recuperando più palloni possibile. Il ct ci dà tanti momenti di riposo, ma tatticamente non facciamo poco".

Sui gol subiti: "Prendere sempre gol è un problema, dobbiamo riuscire a rimanere equilibrati, anche se con l'Ucraina abbiamo preso due tiri in porta. È un dato che ci deve far riflettere. I tre attaccanti che non danno riferimento sono un problema, perché i movimenti sono difficili da leggere, la relazione fra i tre: chi attacca, chi va incontro... È stato un esperimento positivo".

Sul peso della maglia: "I giovani di oggi, forse, soffrono un po'. Devono esprimersi come meglio sanno, alla fine quando siamo qui ognuno cerca di aiutare l'altro. Rappresentiamo un paese che vuole farci vincere sempre, tornare orgogliosi come nell'Europeo del 2016 dove abbiamo fatto bene. È compito dei più vecchi fargli capire di giocare le chance al massimo".

Sul rischio retrocessione: "Sicuramente domenica c'è un certo valore, è una gara difficile da giocare che abbiamo l'obbligo di vincere. Scendere in Lega B può compromettere situazioni, come Euro2020 e il prossimo mondiale. Non è da dentro fuori ma poco ci manca".

Sui centimetri mancanti: "Puoi concedere sulle palle inattive, marcando a zona cerchi di limitare questa differenza fisica, però poi la cosa positiva è che quando hai palla i nanetti ti fanno divertire".

Su Bernardeschi: "Ha fatto una crescita impressionante lo scorso anno, sta continuando in questi mesi. Mi ha impressionato, lo avevo visto in Nazionale, ora l'ho trovato alla Juventus e sta diventando un uomo".

Sul razzismo: "Penso che il discorso sia molto più ampio rispetto alla sola curva della Juventus. Vediamo ogni giorno, nel sociale, episodi di razzismo e bullismo. Alcune pieghe negative che la nostra società ha preso negli ultimi anni. È un problema che dev'essere affrontato. Non verrà mai sconfitto, ma chi di dovere deve prendere posizioni più nette verso chi si atteggia da grande attraverso atteggiamenti deplorevoli".

Su CR7: "L'ho visto tranquillo e sereno, sono vicende personali. Chi di dovere farà ciò che è giusto fare".

Sull'andata: "Dobbiamo migliorare la fase tecnica, abbiamo concesso tramite errori che hanno dato modo di ripartire, che è il gioco che prediligono. Dobbiamo essere molto attenti nelle ripartenze. Zielinski, Lewandowski, Piatek, Milik... dovremo fare massima attenzione e non concedere spazi e campo a chi ci va a nozze con queste cose".

Su Szczesny: "Abbiamo riso e scherzato nei giorni passati, questi 90 minuti ci vedranno avversari. Sarebbe bello segnargli, anche per prendere in giro".

Ancora su Cristiano Ronaldo: "Ti stimola sempre, vedi un ragazzo di 33 anni che ha vinto 5 palloni d'Oro che non molla un centimetro. È soltanto da ammirare e ti può far rendere ancora meglio".

Sulla qualità della Juventus per rilanciare l'Italia: "In questo momento credo che i bianconeri abbiano esperienza e qualità. Guardi la rosa e dai nomi dici che è difficile lasciare fuori 7-8 giocatori. Sarebbero titolari in tante altre squadre che competono per vincere la Champions. Manca questo salto che stiamo intravedendo nei più giovani".

Sulle parole di Giorgetti a Trento: "Noi abbiamo vissuto un punto zero un anno fa. Non è cambiato praticamente niente, forse le cose sono peggiorate. Mi auguro che con le elezioni di un nuovo presidente federale si possa vedere del buono. Lo merita l'Italia, il movimento calcistico, i tifosi e noi giocatori perché ci sia chiarezza, con una riforma limpida che migliori il calcio italiano".

Su Barella: "Lo vedo pronto, con il Cagliari trascina da solo la squadra. È un leader, seppur giovane. Gli va dato il tempo di crescere e di sbagliare. Serve il giusto tempo. Ma come detto per Bernardeschi credo sarà uno dei pilastri".

Sul presidente federale: "La richiesta è quella di dare delle regole ferree e certe al movimento calcio. Ora siamo all'11 di ottobre e la Viterbese che a me sta tanto cara non ha ancora giocato una partita. Non credo sia normale nel calcio, quindi dovrà fare una riforma importante perché il movimento calcio riparta e trovi serenità. La posizione di Tommasi è presa anche in virtù del fatto che sia uno stimolo per chi deciderà il futuro. Il bisogno primario sono i calciatori e che vengano prese decisioni nel merito. Noi abbiamo fiducia nel futuro presidente, che possa cambiare e migliorare il calcio italiano".

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