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Borini: “Possiamo vincere l’Europa League e la Coppa Italia. Sui rigori…”

Patrick Iannarelli

Fabio Borini, attaccante del Milan, è intervenuto ai microfoni de La Gazzetta dello Sport per parlare del suo momento attraverso un romanzo
01:59 min

Un romanzo per raccontarsi e per raccontare il suo momento di forma. Fabio Borini, attaccante del Milan, è intervenuto ai microfoni de La Gazzetta dello Sport per parlare del suo momento attraverso 'Niente di vero tranne gli occhi', un romanzo di Giorgio Faletti. E la sua intervista inizia con un ricordo di un torneo giovanile: "Prima semifinale e poi finale. Alto, fuori, addosso al portiere: calciai tre rigori e li sbagliai tutti, ma il mio primo allenatore, Stefano Roncasaglia, mi rimandava sul dischetto a tirarli. Quel torneo lì, il Tassi, non lo abbiamo vinto, ma a me, che ero un ragazzino, quella lezione mi è rimasta dentro".

Borini ha parlato del Milan e dei due allenatori che ha avuto in rossonero, Vincenzo Montella e Gennaro Gattuso. Ecco le sue parole attraverso il romanzo scelto:

Allora com'è stata la prima volta con Montella e Gattuso?

"Dagli occhi, ma non sono mai riuscito a capire se un allenatore mi avrebbe fatto giocare. Ci sono troppi fattori esterni. Guardi che io sono un iper-razionale e lo dimostro anche nei tatuaggi. Ad esempio, ho il Grillo Parlante di Pinocchio perché voglio una coscienza vigile. Poi c'è anche un Peter Pan con la maglia numero 9 perché desidero mantenere sempre e mie idee, e inoltre ho il nome scritto in cirillico".

Nel libro si parla di vendetta. Nel calcio di chiamano rivincite: le sue?

"Anche solo il fatto di essere venuto al Milan dopo è una rivalsa perché ho sempre creduto in me. Ma ce ne sono altre da prendermi e poi mi piace sempre vincere. Pensi che da piccolo baravo anche ai giochi pur di riuscirci".

Nel libro si parla di occhi altrui trapiantati che fanno vedere il mondo diversamente: un giorno vedrà il calcio con quelli di Gattuso o di Montella?

"Quelli di Gattuso, forse".

Mai pensato: "Che sfiga essere benuto al Milan proprio adesso"?

"No, anzi meglio, perché è tutto da costruire. Secondo me non c'è migliore opportunità".

Se il campionato fosse un giallo, chi sarebbe l'assassino che fa fuori tutti e vince?

"Per me la Juventus".

E in Europa League?

"Direi il Milan, ce la possiamo fare. E così anche in Coppa Italia".

Se Gattuso e Montella fossero due detective, chi è più da intuizione fulminante e chi da rigore metodologico?

"Gattuso sarebbe quello più umano, più psicologo. Montella invece più investigatore alla ricerca di prove".

E se Gattuso le chiedesse di tirare un rigore, lo calcia?

"Scherza? Certo. Da quella volta che li sbagliai tutti mi sono allenato bene e ora faccio sempre gol.

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