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Oggi dirigente del Barcellona, Ariedo Braida è stato direttore sportivo dell'Udinese (squadra in cui ha militato dal 1962 al 1966 da calciatore) per tre due stagioni, 1984-1986, prima di passare al Milan e rimanere nella società rossonera fino al dicembre 2013. Pertanto, per lui, friulano doc, Udinese-Milan in programma domani pomeriggio, alle ore 15:00, alla 'Dacia Arena', può essere definito come un personale derby del cuore. Braida, a tal proposito, ha rilasciato un'intervista a 'La Gazzetta dello Sport', queste le sue dichiarazioni:
Sui tecnici Gennaro Gattuso e Massimo Oddo: “Due dei miei ragazzi. Anzi, fra i tanti questi sono proprio due miei ex allievi. Li ho visti crescere e quindi per me è una grande soddisfazione, anche perché stanno facendo tutti e due molto bene. Mi interessa soprattutto una cosa: l'importante è che facciano giocare bene a calcio le loro squadre. Sì, il bel gioco: come faceva il mio Milan. Il calcio deve avere un effetto estetico. Il gol è importante, ma deve essere anche bello”.
Sul loro 'potenziale' da allenatori intravisto negli anni passati: “Per quanto riguarda Gattuso, in un primo momento non pensavo. Poi, quando ha iniziato, mi ha sorpreso e molto positivamente. Vedere Rino, a cui sono molto legato, raggiungere risultati importanti dà soddisfazione. Oddo invece arriva da una buona scuola, ha avuto un buon maestro in famiglia e questo vuol dire molto. Spero che suo papà continui a dargli buoni consigli. In Massimo intravedevo già all'epoca la stoffa da tecnico: è intelligente e preparato. Su una cosa posso sbilanciarmi: avranno entrambi una carriera molto importante”.
Sulla prima cosa che gli viene in mente osservandoli in panchina: “Oddo ha un'aria un po' più da professore. Gattuso è ruspante e sanguigno così com'era in campo”.
Sul loro arrivo al Milan, da calciatori: “Per Gattuso avevamo dovuto insistere un attimo con Adriano Galliani. Me lo segnalò il 'nostro' Ruben Buriani, che all'epoca era il direttore sportivo della Salernitana. Insistette parecchio e comunque noi lo stavamo già seguendo. Lo prendemmo perché era un ragazzo promettente, rappresentava il nuovo con voglia, grinta ed entusiasmo. Era già un trascinatore. Oddo invece era arrivato da noi una volta da ragazzino, in Primavera, ma davanti aveva una montagna di mostri sacri, montagne troppo alte da scalare. E così poi è tornato, prelevato dalla Lazio, all'apice della sua maturazione. Un carattere ed un atteggiamento in alcuni tratti diverso da Rino, più elegante e meno sanguigno”.
Sulla gestione di Gattuso da calciatore: “Quando arrivò, Alberto Zaccheroni non lo faceva giocare e lui si lamentava. Gli risposi: 'Non ti preoccupare, non ti abbiamo preso per farti giocare una volta ogni tanto, ma per tenerti per parecchi anni'. Magari usai parole un po' più colorite, come quando era nel mezzo di continue voci di mercato. Ci fu un momento in cui lo volevano tutti e gli dissi: 'Stai qui e non rompere le scatole'. Insomma, in quell'epoca il Milan rappresentava la crema del calcio mondiale. E poi lui aveva troppo dentro i colori rossoneri. Un ragazzo stupendo, con un grande senso di riconoscenza. Tutt'ora lo sento abbastanza spesso. Quando passo da Malpensa poi mi fermo al suo ristorante a Gallarate: ovviamente ospite suo, non mi deve chiedere nemmeno un centesimo...”.
Sulla vittoria della Champions League nel 2003 a Manchester: “Dopo la vittoria sulla Juventus l'adrenalina era ancora tanta. Nel cuore della notte Rino organizzò nel campo davanti all'hotel una partitella in famiglia a cui parteciparono anche alcuni dirigenti, fra cui io”.
Sul suo passato personale, da calciatore e dirigente, nell'Udinese: “Sono nato vicino ad Udine, da bambino andavo a vederla. Là ci sono i miei legami, le mie radici. Io ho due città: Udine e Milano. I Pozzo continuano ad essere molto bravi nello scoprire e rivendere, mantenendo sempre la squadra su ottimi livelli. Peccato solo che abbiano pochi italiani. Quest'anno mi piacerebbe tanto vedere in Europa Udinese e Milan insieme”.
Sulla candidatura di Adriano Galliani a senatore: “Avrà il mio voto! Per me è un fratello, una persona strepitosa. Potrebbe fare insieme il Presidente federale e di Lega”.
Sul suo ruolo nel Barcellona: “Ho un contratto fino al 2021 e qui sto bene. Sono nel più grande club del mondo, qui è tutto ai massimi livelli. Poi, ovvio, l'Italia un pochino mi manca”.
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