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Calhanoglu punge Montella: “Con Gattuso mi trovo meglio”

Stefano Bressi

Durante la conferenza stampa di presentazione del match d'andata della semifinale di Coppa Italia ha parlato un ritrovato Calhanoglu, che stuzzica.

C'è voluto un po' di tempo, ma alla fine il Milan ha trovato anche il vero Hakan Calhanoglu. Il turco rossonero sta ormai da tempo disputando buone prestazioni. Il cambio di passo è evidente e probabilmente non è coinciso casualmente con l'avvento di Gennaro Gattuso in panchina. Il tecnico calabrese ci ha lavorato e poi l'ha gettato nella mischia come esterno d'attacco. Il numero 10 non nasconde la propria soddisfazione e non limita i paragoni con Vincenzo Montella, che nonostante lo riempisse di elogi non era riuscito a farlo esprimere al meglio.

Oggi, durante la conferenza stampa pre-semifinale di Coppa Italia contro la Lazio, Calhanoglu ha parlato così: "Sono molto felice di aver raggiunto questo obiettivo, dopo l’infortunio mi è servito molto tempo per tornare al mio livello, sono felice anche perchè ho trovato un allenatore che mi ha dato molta fiducia, che parla molto con me e che mi ha aiutato a ritrovare la forma. Inizialmente, dopo l’infortunio, non avevo la forza per mostrare chi sono davvero, ma da quando c’è Gattuso sono più motivato e sto tornando chi ero, sono molto felice . Da quando c’è Gattuso riesco a trovare meglio il mio spazio in campo. Rispetto tutti gli allenatori e le loro idee di gioco, anche Montella, ma io non avevo mai fatto il 3-5-2 prima e per questo avevo qualche difficoltà  ad ambientarmi. In Germania giocavo nel 4-2-3-1 e avevo un ruolo diverso rispetto a quello che mi ha dato Montella. Posso dire che nel ruolo che ho adesso, che mi ha dato Gattuso, mi trovo a mio agio. Come era da giocatore è da allenatore, ci trasmette quella grinta in più. Vuole il 100% durante gli allenamenti in campo e anche in partita. Vuole che diamo il massimo soprattutto quando ci alleniamo, così da farlo anche in partita. Mi piace quello che mi dice Gattuso, riesce a motivarmi molto. Mi ha fatto piacere quando mi ha detto che il mio problema non era nei piedi, ma nella testa. Da quel momento ho iniziato a giocare più libero, meglio".

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