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Iniziare bene per finire meglio. La stagione appena terminata di si può racchiudere in questa costatazione. L'attaccante esterno del Milan, arrivato l'estate scorsa nel mega mercato messo a segno dal duo Fassone-Mirabelli, ha lasciato il segno alla sua prima esperienza in Italia. E ha sorpreso tutti - tifosi, dirigenti e staff tecnico - se si pensa che fino a quel momento non aveva mai varcato i confini tedeschi.
Cresciuto nelle giovanili del Karlsruhe (sud-ovest della Germania), dal 2009 al 2013, per poi passare prima all'Amburgo (una sola stagione) e poi al Bayer Leverkusen. Tre stagioni con la maglia delle Aspirine: 115 partite e 28 gol. Ma soprattutto, 29 assist. Solo i numeri potrebbero farne capire la duttilità in campo (e l'ha dimostrata anche al Milan): segna e fa segnare. Anzi, con i rossoneri è stato ancora più decisivo negli ultimi passaggi: 8 reti e ben 13 assist.
Il tedesco di origini turche sceglie dunque Milano come terra del riscatto: come riporta il quotidiano 'Tuttosport' era reduce da una squalifica di 4 mesi. La Fifa lo ha punito per via di un trasferimento (accordato, ma mai avvenuto) dal suo club - era al Karlsruhe nel 2011 - al Trabzonspor. Pena che ha scontato un anno fa, quando vestiva la maglia del Leverkusen. Eppure Hakan non ha dubbi: arriva nel capoluogo lombardo con la "spavalderia" - in senso buono - di prendersi la maglia numero '10'. Quella di Liedholm, Rivera, Gullit, Savicevic, Boban, Rui Costa, Seedorf... tanto per dirne alcuni. E non delude le aspettative, anzi.
La sua prima firma la pone nella brutta sconfitta dell'Olimpico contro la Lazio (4-1), nel suo assist a Montolivo. Era il 10 settembre. Ma poi inizia a prenderci gusto, perché soli 4 giorni dopo, in Europa League, piega l'Austria Vienna con due assist e il primo centro stagionale (finisce 1-5). Mentre per vederlo segnare in campionato si aspetta la trasferta di Verona con il Chievo (1-4, il 25 ottobre).
A soli 24 anni Calhanoglu si prende il Milan spaziando in mezzo al campo e adattandosi a ogni ruolo che gli viene assegnato. L'ultimo, in ordine cronologico, è quello di esterno offensivo nel 4-3-3 di Gattuso: parte da sinistra, rientra con il destro e calcia in porta. La sua giocata tipo (l'Arsenal ne sa qualcosa). Qualità e quantità da offrire al tecnico calabrese a partire dalla prossima stagione. In quanti moduli può adattarsi? Infiniti. Anche se predilige la posizione da esterno, suo ruolo naturale, può vestire bene anche i panni del trequartista alle spalle delle due punte (Cutrone-André Silva, per ora).
O perché no, nel 4-2-3-1, come esterno, ma anche come leader centrale della terza linea, guidando il pressing sulla linea difensiva avversaria. Da rifinitore, potremmo dire. In casi estremi, nel caso la società rossonera optasse per un esterno offensivo di spessore (Depay? Callejon?), il turco potrebbe addirittura trovare spazio nella linea dei centrocampisti, nel ruolo di mezzala nel modulo preferito da Gattuso, il 4-3-3. Dulcis in fundo, non dimenticando le parole del suo attuale allenatore: "Lo vedrei bene anche come regista". Insomma, siamo sicuri: da Hakan ne vedremo - e ce ne aspettiamo - delle belle.
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