La trattativa per la cessione del pacchetto di maggioranza del Milan da Yonghong Li a Rocco Commisso , dopo quelli del 14 e 22 giugno scorso, proprio nel momento in cui tutto avrebbe lasciato presagire un imminente cambio ai vertici del club di Via Aldo Rossi.
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Cessione Milan, Yonghong Li non molla. Ma intanto cambia i consulenti
“Nonostante i suoi migliori sforzi e la genuina convinzione che un accordo fosse stato recentemente trovato, sembra che la proprietà attuale non abbia la volontà di concludere questa trattativa in termini e tempistica accettabili”, emesso per informare i tifosi del Milan, preoccupatissimi di quanto sta accadendo intorno alla squadra rossonera, esclusa dall'Europa, con un mercato in stand-by e dubbi sempre più profondi sulla figura di Yonghong Li.
L'imprenditore cinese, intanto, secondo i quotidiani sportivi in edicola questa mattina, in queste trattative con Commisso starebbe giocando la sua personalissima partita a poker, tirando la corda nel tentativo di strappare al potenziale acquirente le migliori condizioni economiche possibile e dimostrando, in realtà, di non avere poi così tanta fretta di privarsi del club rossonero, nel quale, va ricordato, ha investito quasi un miliardo.
Quella che Yonghong Li sta giocando, però, è una mano piuttosto rischiosa. Venerdì prossimo, 6 luglio, anticipati il 22 giugno per completare il secondo aumento di capitale da 60 richiesto dal Consiglio d'Amministrazione del Milan. Qualora ciò non avvenisse, il fondo di Paul Singer avvierebbe, presso il Tribunale del Lussemburgo, l'iter burocratico per escutere il suo pegno, ovvero il Milan.
Yonghong Li sostiene di avere già pronti questi soldi, anche se, ad oggi, il bonifico verso Elliott non è ancora partito. Commisso ed il suo entourage sono convinti del contrario, motivo per cui, nonostante la 'chiusura di rito', . Anche perché, nel frattempo, è emerso un particolare singolare. Yonghong Li, infatti, avrebbe interrotto la collaborazione con gli intermediari utilizzati fin qui nelle trattative, ivi incluso l'avvocato milanese Riccardo Agostinelli, che ha lavorato con l'imprenditore cinese anche ai tempi del closing.
Il proprietario e Presidente del Milan , con sedi sia a New York sia a Hong Kong: questa scelta potrebbe significare molte cose, sia un cambio strategico degli intermediari della trattativa con Commisso, sia un cambio totale di rotta e la volontà di valutare altre proposte. Il tempo, però, scorre veloce e Yonghong Li, a conti fatti, non starebbe facendo propriamente il bene del Milan, atteso da un ricorso al TAS di Losanna, per riottenere l'Europa, che ora si fa più difficile: .
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