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CorSport – Ricorso al TAS: ecco cosa spaventa il Milan

Yonghong Li Fassone Han Li Milan
Intorno al 19 luglio il Milan conoscerà l'esito del ricorso al Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna: pessimismo, però, su un'importante questione

Daniele Triolo

L'edizione odierna del 'Corriere dello Sport – Stadio' ha analizzato la situazione del Milan, che, va ricordato, per via della sentenza emessa dalla Camera giudicante dell'Organo di Controllo Finanziario dei Club di Calcio della UEFA (CFCB).

La sentenza, comunque, può essere discussa in appello e la società rossonera, per questo motivo, di Losanna per cercare di farsi revocare la squalifica e, nel caso, tramutarla in una sanzione economica con alcune limitazioni in sede di mercato, di modo, in sostanza, di agire come si trovasse in regime di quel Settlement Agreement che la Camera investigativa della UEFA gli aveva negato a maggio.

Alla base della decisione della CFCB, ha commentato il 'CorSport', i 120 milioni di euro di rosso in bilancio nel triennio 2014-2017, quindi , che prevede al massimo un rosso di 30 milioni, sotto la precedente gestione, quella di Fininvest. Occhio, però, perché nel faldone completo delle motivazioni del verdetto fatto recapitare al Milan compare anche la scarsa credibilità nella proprietà cinese e nel suo progetto tra le cause che hanno portato alla squalifica.

Il Milan, dunque, ora teme di non poter puntare su uno dei capisaldi della sua memoria difensiva, ovvero differenziare le problematiche dell'azionista di maggioranza, Yonghong Li, dai conti attuali del club, in deficit, ma sostenibile, e perfettamente aderente al Settlement Agreement. Alla luce di questo, o si verificano degli importanti stravolgimenti societari da qui a breve, oppure si farà difficile, per il Milan, avere ragione al ricorso. Filtra, insomma, il proverbiale pessimismo, anche perché le ultime notizie da New York non sembrano per nulla buone:

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