Un ragazzo (ri)nato, giovane e promettente. La Gazzetta dello Sport celebra l'attaccante del Milan, Patrick Cutrone, che in 365 giorni è passato dagli esami di maturità all'essere capocannoniere della sua squadra nella massima competizione nazionale di calcio. Mentre tutti pensavano che il "giovanotto" sarebbe dovuto crescere in contesti lontani dal capoluogo lombardo, per fare esperienza, per "farsi le ossa".
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Cutrone, il Milan si gode la sua giovane promessa
Ecco che invece il classe '98, vent'anni compiuti a gennaio, comincia a conquistare il suo pubblico a suon di giocate, corsa sudore e soprattutto di gol - cosa più importante ma non così scontata, visti i tempi di magra: in 28 presenze, 6 in Europa League (contando anche la fase preliminare) e 2 in Coppa Italia. Senza dubbio, la vera sorpresa in casa Milan.
Intervenuto dal ritiro dell’Under 21, sbarcata in Portogallo in vista dell’amichevole di domani a Estoril (ore 18.30 italiane), l'attaccante rossonero ha tratto un bilancio della sua incredibile stagione ai microfoni di Rai Sport: «Non mi aspettavo di fare 18 gol, ma ho sempre lavorato per arrivare a questo. Ma non ho ancora fatto nulla, perché voglio fare di più. Sono molto felice di essere arrivato in doppia cifra in campionato e i gol sono anche merito della squadra».
Un sogno che si avvera dunque: prima la chiamata in Nazionale A da parte di Gigi Di Biagio, ora il ritorno tra i "giovani" dell'Under 21: «Torno con il solito spirito, che sia Under 21 o Nazionale A, do sempre il massimo ed è sempre un onore venire in Nazionale. Di Biagio crede molto in me, dovrò ripagare la sua fiducia in ogni partita».
Lui che ha iniziato il suo percorso nella Primavera del Milan è riuscito a soppiantare i mega acquisti milionari della nuova società cinese, con umiltà, sacrificio e impegno. E di questo Montella e Gattuso si sono accorti, dandogli quella possibilità che i giovani come lui sognano fin da piccoli: «A livello di esperienza giocare in campionato e in Europa League mi ha aiutato tantissimo, anche perché era il mio primo anno. Soprattutto l’Europa fa la differenza. Gattuso? Con il suo arrivo abbiamo messo più spirito di squadra, c’è stata più unione nello spogliatoio, può essere stato il fattore che ci ha portato a vincere determinate partite. L’ho sempre stimato come giocatore e persona, mi piaceva lo spirito che metteva in campo, dava tutto per la squadra».
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