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Déjà vu Milan: Ibrahimovic in prestito sei mesi come Beckham

Zlatan Ibrahimovic Milan
Zlatan Ibrahimovic, attaccante dei Los Angeles Galaxy, è sempre più vicino a ritornare a vestire la maglia del Milan. Il trasferimento sarà alla "Beckham"

Salvatore Cantone

Deja vu Milan. Come viene riportato dalla Gazzetta dello Sport, nel 2009  David Beckham si trasferì al Milan per sei mesi in prestito dagli Stati Uniti e questa operazione organizzata da Adriano Galliani divenne molto proficua per i rossoneri, visto l'ottimo apporto che diede l'inglese alla squadra di Ancelotti. Ora potrebbe ripetersi a distanza di dieci anni la stessa cosa con Zlatan Ibrahimovic, che ormai sembra essere ad un passo dal rivestire la maglia rossonera.

CIFRE - Per riaverlo in squadra il Milan è pronto a offrire a Zlatan un contratto di sei mesi a tre milioni di euro netti, quasi il doppio dello stipendio che lo svedese percepisce ai Los Angeles Galaxy. Il centravanti ha un accordo con gli americani fino al 31 dicembre 2019, ma questa in realtà sembra essere più una tutela per il giocatore, che così manterrebbe la sua casa a Los Angeles, che eventualmente lascerà in caso di sua conferma al Milan. Un altro aspetto da considerare è la mancata qualificazione ai play off dei Galaxy, che quindi non dovrebbero avere problemi a lasciare andare l'ex Juventus.

GATTUSO - Ibrahimovic al Milan ritroverebbe Gennaro Gattuso, ex compagno di squadra con cui ha vinto uno scudetto nel 2011. C'era un grande rapporto tra i due e in tanti ricordano un episodio molto divertente di Milanello: alla fine di un allenamento in cui Rino non smise un attimo di stuzzicare il compagno, Zlatan lo infilò in un cestino della spazzatura, scatenando le risate di tutti. A proposito del rapporto tra i due, Ibra ha dichiarato: "È un grande giocatore e un grande allenatore. Quando guardo le partite vedo che tutti i suoi calciatori gli vogliono bene. Quando vinci insieme a gente così, e noi abbiamo vinto Scudetto e Supercoppa insieme, è meraviglioso. Bei tempi. Al Milan ho passato due anni molto belli e non avrei voluto andarmene ma mi hanno “forzato” ad andare a Parigi. A Milano abbiamo vinto, sono diventato capocannoniere in un ottimo club e in un’atmosfera fantastica. E c’era la vecchia guardia: giocatori incredibili con cui ho avuto la fortuna di giocare e vincere. Mi hanno trattato bene: arrivavo da Barcellona dove avevo vissuto la tristezza e a Milano mi hanno restituito il sorriso".

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