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ESCLUSIVA PM – La Scala: “Li, intenzioni non chiare. Fassone…”

Stefano Bressi

In esclusiva ai nostri microfoni ha parlato La Scala, rappresentante dei piccoli azionisti del MIlan. Ecco le sue parole sulla situazione societaria.
01:34 min

Sono ore importanti per il futuro del Milan. Entro poche ore, si capirà se il club rossonero resterà nelle mani di Yonghong Li o passerà a Elliott. In ogni caso, anche se alla fine il cinese dovesse rimborsare i 32 milioni al fondo statunitense, si potrebbe arrivare a una cessione in tempi brevi. A tal proposito, abbiamo sentito in esclusiva per PianetaMilan.it l'avvocato Giuseppe La Scala, rappresentante dei piccoli azionisti del Milan. Ecco la sua opinione sulla situazione societaria e non solo.

Vista la poca chiarezza su cosa possa succedere, dovesse scegliere lei, cosa preferirebbe: passare a Elliott o ancora Yonghong Li?

"Io mi auguro per il Milan una soluzione chiara, rapida e definitiva. Non so se l'ingresso del fondo Elliott, che non è un fondo di gestione, bensì speculativo, e che quindi non avrebbe nelle sue corde un progetto di gestione sul medio-lungo periodo per poi procedere a una rivendita a distanza di 5-10 anni, ma un'azione bruciante e quindi un'asta tra compratori che potrebbe durare qualche mese, permetterebbe al Milan di pianificare già da questa stagione una linea gestionale degna di questo nome. Non lo so, non mi pare, non credo. Al presidente del Milan, Yonghong Li, nell'ultimo mese per ben due volte i piccoli azionisti hanno chiesto di chiarire le sue intenzioni o dimostrare le sue disponibilità, non abbiamo avuto risposta. Dobbiamo dedurre che o non è in grado di dimostrare di essere capace di gestire adeguatamente il Milan o non intende confrontarsi con una componente di supporto che ha anche un ruolo istituzionale. In ambedue i casi ciò non depone a suo favore".

L'unica, piccola, risposta è arrivata da Fassone con un live su Facebook. Cosa pensa delle sue parole?

"Mi sembra che Fassone abbia detto ciò che poteva dire in una situazione nella quale neanche i manager della società sono informati dalla proprietà delle proprie intenzioni. Io mi lamento perchè da piccolo azionista non vengo degnato di una risposta, ma ho l'impressione che neppure Fassone in questo momento ne sappia delle intenzioni della proprietà molto più di me. Ho visto in quelle dichiarazioni una demarcazione che prima era assai meno netta tra il Fassone uomo della proprietà e il Fassone manager del Milan. Prima del closing Fassone era un uomo della proprietà, poi ha svolto il ruolo di manager del Milan ma come rappresentante organico della proprietà del cui rifinanziamento si preoccupava tanto quanto del rifinanziamento del Milan; oggi mi sembra di vedere un Fassone che assolva come può, nel modo migliore, il ruolo di manager del Milan perchè il rapporto con la proprietà è tale da non essere neanche più informato sulle reali intenzioni. D'altra parte mi pare che la sostituzione dell'avvocato Agostinelli, che ha iniziato le trattative al fianco di Yonghong Li con Commisso, con lo studio White&Case mi sembra che non risponda solo a criteri di carattere operativo. White&Case è uno studio che ha una sede americana, un ufficio a Milano che garantisce rappresentanza e tutela in Italia e poi è anche a Singapore che consente di parlare in cinese con Yonghong Li a un cliente: tutte cose che hanno senso a carattere operativo. Ma la scelta della sostituzione dell'avvocato Agostinelli, che è di grandissima qualità e che aveva già tolto le castagne dal fuoco a Yonghong Li quando non riusciva a chiudere con Fininvest, credo corrisponda anche all'intenzione di tagliare i ponti con il gruppo consulenziale che era stato al fianco di Yonghong Li finora ed era stato condiviso da Fassone".

Lei ha detto che teme che passare a Elliott possa impedire di pianificare il futuro già ora, ma Mirabelli ha detto che anche a oggi il mercato è vincolato ad alcune cessioni: cambierebbe poco, no?

"Passare a Elliott significherebbe restare a bagno maria per un po' per un anno. Mirabelli ha detto più precisamente che bisogna fare un mercato a saldo zero. Perché il Milan non può permettersi di sforare ulteriormente il bilancio. A questo punto è ovvio che la possibilità di acquistare dipende dalle vendite. Ma soprattutto da come si vende. È ovvio che vendere Donnarumma e Suso porta al Milan un centinaio di milioni di plusvalenze; vendere Bonucci non porta plusvalenze, idem André Silva, idem Kalinic. Ovvero non porta componenti utili a raddrizzare il bilancio del Milan. Quindi io mi aspetto che il Milan sicuramente aspetti a comprare dopo aver venduto, ma che per comprare giocatori importanti, visto che Mirabelli ha ribadito che arriveranno solo giocatori top, bisogna fare delle vendite di top. Ed è ovvio che vendere Donnarumma e Suso, al di là del sacrificio tecnico che può comunque essere compensato da altri ingressi magari più utili alla squadra, porta plusvalenze".

Mirabelli ha detto anche che si potrebbe restare così, magari proprio per non vendere Donnarumma e Suso. Visti i buoni risultati ottenuti da Gattuso l'anno scorso: con la rosa che si conosce di più e con Rino al comando da subito pensa che la squadra sia già competitiva e possa fare una buona stagione o pensa siano assolutamente necessari tre acquisti a costo di vendere qualcuno?

"Sono convinto che il Milan se procede a delle cessioni che sono delle cose, magari anche non importantissime tipo Kalinic, Antonelli, Locatelli, José Mauri, Gomez... Riesce serenamente a comprare un centrocampista, che secondo me è il ruolo in cui è maggiormente necessario un rinforzo, e può lavorare anche per un attaccante con grandi capacità realizzative cedendo Kalinic e magari dando in prestito André Silva. A me per esempio non sembrava concettualmente sbagliata l'operazione che prevedeva uno scambio di prestiti tra Falcao e il portoghese. Poi c'è anche un problema di gioco... La fase offensiva di Gattuso è una fase che non prevede l'occupazione massiccia dell'area avversaria, quindi non è facilissimo segnare". In ogni caso, al di là delle vicende di campo, arrivano clamorose novità sul fronte societario:

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