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Marco Fassone, ex amministratore del Milan, in un'intervista rilasciata al Sole 24 ore, ha svelato un retroscena legato a Cristiano Ronaldo: "Yonghong Li voleva Ronaldo perché riteneva che avesse una grande forza sul mercato cinese. Il giocatore voleva andarsene da Madrid. Ci siamo visti nel luglio 2017 con il suo procuratore Mendes, per verificare i costi e la disponibilità del giocatore. Poi convinsi Mr Li a lasciare perdere il sogno, in quanto Ronaldo costava troppo".
Crede di aver commesso errori alla guida del club?
"Credo che il Milan sia stato guidato da un ottimo consiglio d'amministrazione. Non c'ero solo io come amministratore delegato, ma anche come consiglieri l'avvocato Roberto Cappelli, Marco Patuano e Paolo Scaroni. Questi ultimi due sono ancora presenti nel cda. Tutte le decisioni erano prese all'unanimità. Eravamo non amici, ma quasi".
L'unico bilancio del Milan sotto la gestione cinese, anche se approvato dopo l'arrivo di Elliott, evidenzia un rosso da 126 milioni. I costi totali sono aumentati del 22,7% rispetto all'esercizio precedente
"La realtà è che sotto la mia gestione rispetto al 2016-2017 abbiamo fatto 20 milioni di ricavi in più e 50 milioni di margine in più. Il rosso di 126 milioni comprende 45 milioni di componenti straordinarie, spesate integralmente da Elliott, dovute per 22 milioni a svalutazioni come Kalinic e Bacca. Per 17,5 milioni ad accantonamenti per me e altri 5 manager che sono usciti dal club. E la parte restante per pagare i giocatori della seconda squadra, che è stata abbandonata, e per accantonare risorse per un'eventuale multa dell'Uefa. Senza questi 45 milioni di svalutazioni e accantonamenti, io avrei chiuso il bilancio con una perdita di 81-82 milioni, che sarebbe stata migliore rispetto al business plan iniziale di 10 milioni. Monte salari aumentato? I costi sono aumentati per i salari dei giocatori acquistati e per le trasferte Uefa, che non c'erano l'anno prima. Ma gli altri costi generali sono diminuiti di 6 milioni. In ogni caso il valore della rosa di oggi è molto superiore al valore della rosa di giugno 2016".
Non crede che era troppo ottimistico il piano del Milan cinese?
Sicuramente erano troppo ottimistici i valori riportati nel piano relativi alle entrate da mercato cinese. Il presidente Yonghong Li era convinto di centrare quei target. Poi come si è visto, la Cina ha dato zero, ma siamo comunque riusciti a compensare con i ricavi da stadio e soprattutto plusvalenze: 35 milioni nella campagna estiva dello scorso anno, cedendo Niang al Torino e Lapadula al Genoa. E poi appunto ci sono stati circa 6 milioni di euro di minori costi generali. Alla fine, esclusa la Cina, il risultato è stato significativamente migliore del budget. Il risultato netto, approvato nel cda a giugno, era nettamente migliore".
L'Uefa però non ha creduto ai vostri numeri
"Il Tas poi ha smontato la tesi Uefa. Ha definito le previsioni del business plan accurate e raggiungibili e indicato che la gestione è stata corretta. Se ho più sentito Yonghong Li? No, lui no. Ogni tanto mi capita di sentire David Li".
Ma ha capito se i soldi erano suoi? Sa che c'è un'inchiesta della procura di Milano sulla provenienza dei soldi?
"Ignoro da dove siano arrivati i soldi dell'operazione. Se fossero suoi o in prestito. Però nell'operazione con Fininvest erano coinvolti gli advisor più prestigiosi. Da Lazard a Rothschild e lo studio Gianni Origoni Ggrippo Cappelli. Perchè dovevo dubitare?"
Ma le sembra logico che Mr Li sia affondato per 33 milioni non versati dopo averne messi 88? E che poi sia scomparso senza fare causa ad Elliott, e con una perdita complessiva da 400 milioni?
"In cda si era deciso che nel caso fossero arrivati gli introiti cinesi, Mr Li avrebbe dovuto fare aumenti di capitale complessivi per 120 milioni. Mano a mano che passava il tempo gli introiti cinesi non arrivavano. Mr Li aveva messo 88 milioni di aumento. Ne mancavano 33 per arrivare a 120, quindi li ha anticipati Elliott come da accordi. A quel punto Mr Li ha preferito andare in default. Ha sorpreso anche me questa decisione".
E' in causa con il Milan sulla buonuscita. Circola l'indiscrezione che il club le ha proposto 2 milioni, ma lei chiederebbe oltre 10 milioni
"Al Milan avevo la carico di ad e di direttore generale. Le cifre non le voglio commentare, ma se avessi accettato quanto proposto dal Milan, sapendo che gli accordi erano altri, avrei dato l'impressione di essermene andato con qualcosa da nascondere. Deciderà il giudice a questo punto".
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