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Siamo nell'anno zero del calcio italiano. Fuori dai Mondiali, tutto è da riformare. A partire dalle varie cariche. Carlo Tavecchio, anche un po' controvoglia, si è dimesso dal ruolo di presidente FIGC, e a breve si terranno le elezioni. Esattamente il 29 gennaio andranno alle urne. I candidati sono principalmente tre: Cosimo Sibilia (Lega D), Gabriele Gravina (Lega Pro) e Damiano Tommasi (Assocalciatori). Il sistema elettorale è assai curioso: 34% è della Lega D, 17% Lega Pro, 20% giocatori, 10% allenatori, 12% club di A, 5% Serie B e 2% A.I.A.
Come appunta l'edizione odierna de "La Stampa" venerdì sarà tempo di un vertice tra i tre uomini sopracitati. Si spera di arrivare a un programma il più condiviso possibile. Bisogna quindi evitare le lacerazioni, attraverso delle alleanze. Sibilia ha il peso elettorale più grande, pur essendo quello con meno esperienza (il debutto risale a dieci mesi fa). Gravina non si vuole sentire secondo a qualcuno. E infine Tommasi è il punto di rottura, l'ago della bilancia. Vuole portare i calciatori al potere, ma il suo movimento è comunque di natura sindacale, e in mano a molti proprietari di club, e per questo potrebbe pagare.
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