Periodo di fuoco per il Milan, che domenica torna in campo in un altro match difficile, alla Dacia Arena contro l'Udinese dell'ex Massimo Oddo. I rossoneri vivono comunque un buon momento dopo le due sfide con la Lazio. Ai microfoni di Radio Rossonera ha parlato un ex giocatore che ha vestito le maglie di tutte queste squadre: Stefano Fiore. Ecco le sue parole sui vari match dei rossoneri e su tanto altro.
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Fiore: “Gattuso sembra voler entrare in campo”
Sulla doppietta realizzata al Milan nella semifinale di Coppa Italia del 2004:
“Ho ricordi molto belli di quella gara, non capita spesso di riuscire a segnare una doppietta in una semifinale. Era un periodo totalmente diverso da quello attuale. Sia il Milan che la Lazio erano squadre piene di campioni e, con tutto il rispetto per i giocatori di oggi, il livello generale specie dei rossoneri era ampiamente maggiore rispetto a quello di adesso”.
Sull’attuale sfida di Coppa Italia Lazio-Milan:
“Per come si era messa la partita e anche per quelli che sono i valori di oggi, la Lazio ha qualcosa in più anche considerando che il suo progetto tecnico è più avanti rispetto a quello dei rossoneri. Visto l’andamento della partita direi che al Milan è andata piuttosto bene anche se con Calhanoglu avrebbe potuto vincerla. La qualificazione comunque resta apertissima”.
Su un giovanissimo Montolivo incrociato ai tempi della Fiorentina:
“Riccardo era un giocatore di talento ma non giocava moltissimo considerando che la nostra formazione era un 4-4-1-1 e che la squadra andò bene per tutta la stagione. A ogni modo, quando entrava in campo lasciava intravedere grandi cose. Ha avuto una buona carriera ma possedeva i mezzi tecnici per fare molto di più; forse l’ha un po’ penalizzato il fatto di riuscire a giocare benino in molte zone del campo”.
Su Gattuso:
“È sempre difficile contenere l’adrenalina. I due modi di vivere il calcio sono totalmente diversi: in campo aveva modo di riuscire a scaricarla rincorrendo gli avversari, in panchina no, infatti a volte sembra sia tentato di entrare sul terreno di gioco. Per me Gattuso rimane sempre un amico e un compagno al quale sono molto legato e lo seguo sempre con grande affetto”.
Su Massimiliano Mirabelli, incrociato ai tempi del Cosenza:
“Si può dire che l’ho conosciuto in un’altra dimensione calcistica, decisamente non paragonabile a quella dove è adesso; ovvero in uno dei 4/5 club più importanti al mondo. Non è certamente semplice essere a capo di un progetto tecnico come quello dei rossoneri ma quest’estate ha avuto la disponibilità necessaria e la possibilità di comprare tanto e bene; naturalmente però anche lui avrà bisogno di tempo perché, come accade a tutti, si possono fare cose buone e cose meno buone”.
Sull’Udinese di Massimo Oddo:
“Sotto la guida di Delneri vedevo una squadra piatta e mi immaginavo restasse impegnata a lungo nella lotta per non retrocedere. Oddo invece è riuscito a dare una sterzata decisa alla stagione dei friulani. Probabilmente l’ambiente aveva bisogno di nuovi stimoli ed i giocatori di un nuovo modo di giocare. A ogni modo non è più l’Udinese dei miracoli ma resta sempre una squadra piena di buoni giocatori ed un ambiente nel quale si lavora bene trovandosi in una posizione di classifica tranquilla”.
Sul giocatore attuale che potrebbe somigliargli maggiormente:
“Non mi rivedo esattamente in nessun giocatore odierno anche se quello che potrebbe assomigliarmi di più è Luis Alberto. Per caratteristiche tecniche avrei potuto giocare come sta facendo lui in questo momento; io ero un giocatore di qualità ma agendo da tornante era più complicato incidere di quanto sta riuscendo a fare lui”
Infine, un commento sul suo addio al calcio giocato:
“Prima o poi avrei dovuto smettere ma il calcio mi manca per un semplice motivo: ho smesso a 34 anni quando stavo ancora bene ma senza un evidente motivo. Mi sono semplicemente ritrovato fuori da tutto, una cosa abbastanza strana e inspiegabile. Di certo avrei voluto finire la mia carriera in maniera differente”.
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