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Gattuso a ‘Milan TV’: “Era meglio la vita da calciatore”

Gennaro Gattuso Milan
Domani Gennaro Gattuso compirà 40 anni. Per l'occasione la tv rossonera ha deciso di dedicargli una lunga intervista con domande non solo sul Milan attuale

Michele Neri

Domani sarà festa grande in casa Gattuso. Il tecnico del Milan, subentrato il 27 novembre a Vincenzo Montella, farà cifra tonda: 40 anni. Un'occasione assolutamente da celebrare. 'Milan TV' ha voluto intervistarlo per ripercorrere con lui tutte le tappe del suo legame con il pallone. Prima da giocatore, poi da allenatore, ecco che cosa gli piace di più tra i due mestieri: "Questo è il quinto anno che faccio il mestiere di allenatore e devo dire che è molto diverso. Ho molte più pressioni, molte più responsabilità. Da giocatore sicuramente mi divertivo molto di più, però non rinnego. Anzi, metto grande passione e voglia in quello che faccio. A 40 anni allenare una squadra come il Milan, è per me motivo di orgoglio. Il modo di comportarmi e di dialogare con le altre persone è rimasto uguale"

E poi continua: "E' vero che quando non arriva il risultato positivo, sento grandi responsabilità addosso. Nel quotidiano però è cambiato poco. Vedo grande senso di appartenenza quando parlo con i ragazzi che lavorano a Milanello. Sono rimasti in tanti, qualcuno non c'è più. Ho grande rispetto per tutti gli addetti ai lavori. Tante volte l'esperienza la conferisce la credibilità. Quando fai l'allenatore, ci sono tanti componenti da gestire: staff medico, la stampa. Tutto questo non mi pesa, mi sento a mio agio. Il problema è essere credibili in tutto quello che si propone".

Sul gruppo attuale: "Mi ha sorpreso per la mentalità, per la voglia che mettono durante gli allenamenti. C'è grande apertura. Vedo tanta applicazione. Penso che dobbiamo continuare su questa strada. Credo in questo gruppo perché ci sono regole precise. Se si riesce a mettere i puntini sulle i è difficile poter sfuggire o trovare alibi nella vita. Questa squadra ha una caratteristica ben precisa: il palleggio. Tanti hanno i piedi buoni. Il problema è che non gioca molto da squadra. Vedo altrove tantissimi campioni che vanno a rincorrere fino alla difesa della squadra avversaria, qua devono fare uguale".

Sul riposo: "Non fanno male 3-4 giorni di pausa. Abbiamo dato il programma di lavoro a tutti, e il gps. Speriamo ci sia grande professionalità, ma penso proprio di sì. Non credo che qualcuno darà il gps a qualche parente. Penso che non ci possiamo permettere in questo momento una settimana senza fare niente, ma è giusto che ci siano questi regolamenti. Mi sarebbe piaciuto portare tutta la squadra a Dubai, con le famiglie. Poter lavorare tutti i giorni anche solo un'ora, un'ora e mezza e poi lasciarli liberi. Avevano però tutti comprati i biglietti per le loro destinazioni. Sarà per una prossima volta".

I buoni propositi per il 2018: "Lavorare, lavorare. Capire quello che si fa, più in fretta possibile e pensare partita dopo partita. Non siamo nelle condizioni di fare calcoli, dobbiamo pensare partita dopo partita. Proveremo a migliorare la classifica. La priorità è migliorare a livello fisico e mentale. Vedremo poi dove saremo arrivati. Vincere aiuta a giocare meglio, permette di lavorare più sereni. Questa squadra in questi 50 giorni ha lavorato tantissimo. Mancava solo che gli chiedessi di mettere gli scarponi e penso che qualcuno di loro lo avrebbe pure fatto".

Sul suo carattere: "Contesto spesso mia madre, le dico che avrei voluto un carattere meno focoso. Tante volte sembra che io mi diverta, invece faccio fatica a vivere le cose. Le vedo con la mia passione, con i miei occhi. Mia moglie mi dice che sono un pazzo da rinchiudere. Sono nato così, non ci possiamo fare nulla".

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