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Nel 2016 è probabilmente cambiato il destino di Gennaro Gattuso. Aveva firmato un pre-contratto con il Kazakistan, poi insieme alla moglie decise che forse era meglio evitare viste le temperature troppo rigide. Se avesse accettato, ieri non sarebbe di certo stato a Casa Milan a firmare il rinnovo fino al 2021. In rossonero da allenatore è arrivato quasi improvvisamente, ma dopo un giro lunghissimo: Sion, Palermo, Creta e Pisa. Gattuso si è costruito piano piano, scrive La Gazzetta dello Sport, affrontando anche lezioni dure. Ne ha vissute di ogni: dal vincere il campionato al retrocedere; ha urlato in conferenza e gli hanno tirato bottigliette dagli spalti.
Rino, però, ha imparato le dinamiche di spogliatoio già da giocatore, nel suo Milan. Ha imparato a gestire i grandi campioni e i giocatori normali. È lì che inizia a costruirsi il grande allenatore che sta dimostrando di essere. E pensare che lui neanche lo voleva fare inizialmente l'allenatore, ha ammesso gli sia venuta la voglia solo a 33-34 anni. Ha iniziato al Sion...
In Svizzera Rino ha imparato cosa significasse essere allenatore. Più volte si è posto dei dubbi sul fatto che fosse o meno la scelta giusta. Lui, però, voleva sentirsi vivo. Fa l'allenatore-giocatore, anche se dura poco. Sperimenta però cosa significhi fare le scelte di formazione, gli allenamenti... Sono primi passi, anche se a bassi livelli, ma Rino ha ancora solo 34 anni.
Nell'estate successiva, 2013, va al Palermo, ma finisce molto presto anche lì. Non è una novità, in ogni caso, con Maurizio Zamparini. In rosanero allena per la prima volta giocatori di livello superiore e si confronta con il campionato di Serie B. Nella sua rosa ci sono Stefano Sorrentino, Andrea Belotti e anche Paulo Dybala.
Per qualche mese Rino si prende una pausa, fino a giugno 2014, quando arriva una delle prime svolte. Gattuso vuole complicarsi la vita e decide di andare ad allenare in Grecia, all'Ofi Creta. Il calcio lì, però, non è proprio ad alti livelli... Gattuso prova a combattere con le grandi, ma la differenza è troppa. Riesce comunque a battere il Panathinaikos. Il fulcro della stagione sono però i problemi economici. I suoi giocatori non prendono lo stipendio e lui decide di lasciare. Cambia idea, però, quando i tifosi vanno sotto casa a implorarlo di tornare. Impara così ad allenare nelle condizioni peggiori, senza la protezione della società e sviluppando la fase difensiva. Tornerà utile...
Passa dunque al Pisa, dove ottiene il primo grande risultato: prende la squadra in Lega Pro e ottiene una clamorosa promozione in Serie B. I guai societari, però, sembrano inseguirlo. L'anno dopo però arrivano penalizzazione e retrocessione. Gattuso ancora una volta deve sviluppare la fase difensiva e viene considerato "catenacciaro": ottima difesa, pessimo attacco. Lui, però, sfrutta tutto per crescere.
Eccoci dunque alla scorsa estate, quando torna a casa. Il Milan lo chiama per allenare la Primavera e lui accetta, nonostante tanti dubbi su come potesse andare con uno spogliatoio di ragazzini. Lui accetta, i risultati sono ottimi e riesce anche a migliorare il proprio gioco offensivo. Anche stavolta però dura poco, ma per un upgrade: deve prendere in mano la prima squadra, lasciata in condizioni pessime da Vincenzo Montella. In pochi mesi trasforma i rossoneri da "banda" in "gruppo". Scelte azzeccate, come il ritorno al 4-3-3; lavoro sui singoli come su Hakan Calhanoglu; media punti da primato. Il rinnovo, si può dire, è assolutamente meritato.
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