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di Valerio Paini
La partita contro il Benevento di Roberto De Zerbi, a un girone di distanza dall'esordio in Serie A di Gennaro Gattuso, si presenta più tranquilla rispetto a qualche mese fa ma altrettanto concitata a causa dell'imminente finale di stagione che, classifica alla mano, resta ancora aperto a scenari imprevedibili oltre che a possibili sorprese.
Proprio per questo, nella consueta conferenza stampa con i giornalisti che anticipa il match di San Siro, l'allenatore dei rossoneri è tornato sulla classifica dei suoi per ribadire alcuni concetti fondamentali per chi, come lui, ha il dna rossonero e non può permettersi ragionamenti che concedano alla squadra di allontanarsi dal fondamentale obiettivo di raggiungere l'Europa: “Quando vesti una maglia così importante c’è sempre pressione, dobbiamo sempre avere la forza di fare una corsa e una giocata in più. C’è l’Europa League da conquistare” e poi ha precisato “Il Milan non può stare fuori dall’Europa, per la sua storia e per il mio percorso. Poi arrivare sesti è molto più importante che arrivare settimi, per evitare due turni di preliminari in più. Per il club e i giocatori è importante andare in Europa” puntualizzando come la corsa non sia ancora finita e che l'attuale sesto posto, obiettivo minimo a questo punto della stagione, vada difeso e ancora conquistato.
E per questo il Milan dovrà uscire vincitore dalla sfida contro i campani per meglio dedicarsi al rush finale che lo vedrà scontrarsi prima contro Bologna e Verona e poi contro Sampdoria e, non solo a distanza, contro Atalanta e Fiorentina nelle ultime due giornate di campionato, in quanto per Gennaro Gattuso, nonostante sia ben conscio della forza della propria squadra, sono tutte squadre da temere: “Non c’è solo l’Atalanta, non è un caso il gol della Samp al 93′ e la Fiorentina è in salute. Tutte queste squadre se la possono giocare, non dobbiamo dimenticare tutto quello che abbiamo fatto in questi mesi, da dove siamo partiti, come stavamo mentalmente e fisicamente. E’ vero che non vinciamo da un mese, ma siamo una squadra viva, anche se un po’ di stanchezza nei singoli c’è, ma fa parte del gioco. L’importante è giocare da squadra e avere grande mentalità”.
Parole importanti e che rendono l'idea dello spirito di un giovane allenatore che ha ben presente le virtù e i difetti derivanti dalla propria situazione ma che, nonostante ciò, ha le idee chiarissime per sé e per la propria squadra.
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